Acquisizione CS completata Ermotti: «È l'inizio di un nuovo capitolo per noi e per la finanza globale»

ATS / sam

12.6.2023 - 09:07

Sergio Ermotti
Sergio Ermotti
KEYSTONE/CHRISTIAN BEUTLER

«Oggi tagliamo un importante traguardo: è l'inizio di un nuovo capitolo per UBS e per l'industria finanziaria globale». Lo affermano il CEO di UBS Sergio Ermotti e il presidente del Consiglio di amministrazione Colm Kelleher nella lettera aperta ai quotidiani nella quale rendono pubblica la chiusura dell'operazione di acquisizione di Credit Suisse (CS).

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«Abbiamo annunciato la chiusura legale dell'acquisizione di Credit Suisse. Ci riteniamo privilegiati di poter scrivere una nuova pagina nella storia. Uniremo le competenze, le dimensioni e la leadership nella gestione patrimoniale di UBS e Credit Suisse per creare un istituto finanziario integrato ancora più forte. Una realtà che andrà a beneficio della nostra clientela in tutto il mondo. Siamo consapevoli che dovremo affrontare delle sfide. Ma sappiamo anche che si presenteranno grandi opportunità. Per i nostri clienti. Per i nostri collaboratori. Per i nostri azionisti. Per la nostra comunità».

«Ecco il nostro impegno: rimarremo concentrati su ciò che conta davvero – la sicurezza del patrimonio delle nostre clienti e dei nostri clienti, supportandoli nel raggiungimento dei loro obiettivi», affermano i due dirigenti nella lettera.

«Lavoreremo insieme unendo i nostri punti di forza e le nostre competenze. Prenderemo decisioni basate sui fatti, tenendo ben presente il quadro generale. Preserveremo la solida cultura di UBS, il nostro approccio conservativo al rischio e la nostra qualità del servizio, senza scendere a compromessi. Molti contano sul nostro impegno affinché questa acquisizione sia un successo. E non abbiamo dubbi che ci riusciremo. Alle nostre clienti e ai nostri clienti di UBS e di Credit Suisse: grazie per la fiducia che riponete in noi e per averci concesso il privilegio di poter lavorare per voi. Questo è l'inizio di un nuovo, storico capitolo. Non vediamo l'ora di mostrarvi tutto ciò che la nostra azienda integrata sarà in grado di realizzare».

Oggi ultimo giorno di negoziazione in borsa dell'azione CS

Oggi è l'ultimo giorno di negoziazione effettiva dell'azione Credit Suisse (CS) alla borsa svizzera: lo ha indicato stamane SIX Group, la società di gestione del mercato elvetico. La data ufficiale del cosiddetto delisting - dopo la conclusione odierna della fusione con UBS - è invece quella di mercoledì 14 giugno.

Il titolo CS fa parte dell'SMI, il listino dei 20 valori principali: a partire da domani sarà sostituito dall'azione del colosso della logistica Kühne+Nagel.

Venerdì UBS e la Confederazione avevano firmato definitivamente il contratto con cui lo stato fornisce un'ampia garanzia a copertura di eventuali perdite derivanti dalla realizzazione di attivi di Credit Suisse. La garanzia è di 9 miliardi di franchi e copre le eventuali perdite eccedenti 5 miliardi, importo questo che sarà a carico di UBS.

Come noto UBS ha accettato di rilevare il concorrente pagando un prezzo di 3 miliardi di franchi. Da parte sua lo stato ha messo sul tavolo 259 miliardi, fra aiuti di liquidità della BNS (200 miliardi e altri 50 prima del 19 marzo, data in cui è stata annunciata l'acquisizione) e garanzie della Confederazione (i suddetti 9 miliardi).

UBS impone severe restrizioni ai dipendenti Credit Suisse

Intanto UBS starebbe imponendo severe restrizioni ai dipendenti di Credit Suisse (CS), tra cui il divieto di acquisire nuovi clienti da paesi ad alto rischio e di utilizzare prodotti finanziari complessi: lo scrive il Financial Times (FT) in un contributo online.

Stando alla testata britannica i dirigenti di UBS hanno stilato un elenco di oltre 20 cosiddette «linee rosse» invalicabili che vietano al personale di Credit Suisse una serie di attività a partire dal primo giorno di unione delle due banche, cioè oggi, riferiscono persone a conoscenza del dossier. I

passi vietati includono l'assunzione di clienti provenienti da stati quali Libia, Russia, Sudan e Venezuela e il lancio di nuovi prodotti senza l'approvazione dei dirigenti di UBS. Non avvicinabili sono anche i politici ucraini e le imprese statali del paese dell'est, per evitare potenziali problemi di riciclaggio di denaro.

Secondo FT l'elenco delle restrizioni comprende undici rischi finanziari e dodici non finanziari ed è stato redatto dal dipartimento di compliance, cioè quello che si occupa di garantire la conformità alla regole della banca. Contattata dall'agenzia Awp, UBS non ha voluto commentare queste informazioni.

«Linee rosse» per la precedente cultura di Credit Suisse

Lo sfondo delle «linee rosse», spiega il quotidiano inglese, è da ricercare probabilmente nella precedente cultura di Credit Suisse: l'istituto era molto più disposto ad accettare clienti difficili e a offrire loro prodotti ad alto rischio.

«Siamo preoccupati per la contaminazione culturale», aveva dichiarato il mese scorso il presidente del consiglio di amministrazione di UBS Colm Kelleher. «Avremo una soglia incredibilmente alta per chi entrerà in UBS», aveva detto.