Epidemia e turismo UST: crollo storico dei pernottamenti nel 2020, -40%

falu, ats

19.2.2021 - 14:17

In Ticino nel corso del 2020 i pernottamenti sono stati poco meno di due milioni e rispetto al 2019 (-16,3%) ne sono andati persi 375'845 (foto d'archivio)
In Ticino nel corso del 2020 i pernottamenti sono stati poco meno di due milioni e rispetto al 2019 (-16,3%) ne sono andati persi 375'845 (foto d'archivio)
Keystone

L'anno più buio per il turismo svizzero si riflette nelle cifre sulla ricettività: nel 2020 gli alberghi elvetici hanno registrato 23,7 milioni di pernottamenti, con un crollo storico del 40,0% rispetto all'anno precedente.

Cali meno marcati sono tuttavia stati registrati nei Grigioni (-9,2%) e in Ticino (-16,3%), indica oggi l'Ufficio federale di statistica (UST).

Rispetto al 2019 sono andati persi oltre 15,8 milioni di pernottamenti. «Il contesto straordinario del Covid-19 è alla base di questo crollo inedito a livelli che non erano stati osservati sin dalla fine degli Anni '50», scrive l'UST pubblicando i dati definitivi della ricettività turistica nel 2020.

Ticino e Grigioni sono riusciti a limitare i danni, ma tutte e tredici le regioni turistiche della Svizzera hanno contabilizzato pesanti riduzioni della clientela rispetto allo scorso anno. Il boccone più amaro l'hanno dovuto inghiottire le regioni urbane, tra le quali spiccano Ginevra (-67,5%), l'area di Zurigo (-65,4%) e quella di Basilea (-58,8%).

A mancare sono stati soprattutto i clienti provenienti dall'estero. In tutto l'anno i pernottamenti di stranieri sono stati solo 7,3 milioni, in calo del 66,1%. Nella regione di Lucerna e del Lago dei Quattro Cantoni il crollo è stato addirittura del 74,9%. La domanda svizzera, in tutta la Confederazione, è invece calata meno drasticamente, attestandosi a 16,4 milioni di pernottamenti (-8,6%).

Ticino

In Ticino nel corso del 2020 i pernottamenti sono stati quasi due milioni (1'933'673 in totale) e rispetto al 2019 ne sono andati persi 375'845 (-16,3%).

Il Ticino è inoltre uno dei quattro cantoni – insieme a Grigioni, Berna e Vallese – ad aver segnato un aumento dei pernottamenti della clientela svizzera: rispetto al 2019 l'incremento è stato del 9,7%.

Su 281 stabilimenti aperti e un totale di 7'045 camere disponibili, il tasso netto di occupazione delle camere tra Airolo e Chiasso è stato del 44,8%. Nel 2019 la percentuale si attestava al 50,0%. A livello nazionale, il tasso nel giro di un anno è passato dal 55,2% al 36,1%. Per l'UST si tratta del tasso più basso dal 2005, anno nel quale si è iniziato a osservare questa variabile.

Severe restrizioni, ma poi voglia di viaggi

La crisi del coronavirus ha rovinato un anno iniziato nel migliore dei modi, con un incremento dei pernottamenti registrati sia a gennaio (+7,1%), sia a febbraio (+7,0%). Poi a causa della pandemia e delle severe restrizioni di viaggio si è assistito a una flessione – nel corso del mese di aprile – fino al 91,8%.

In seguito, durante l'estate, la voglia di muoversi e viaggiare ha parzialmente fatto migliorare le cifre e nel mese di luglio la contrazione è stata meno marcata (-24,9%).

Da segnalare il forte incremento della domanda svizzera fra luglio e ottobre, mesi nei quali «sono stati contabilizzati livelli mai visti prima», sostiene l'UST. In luglio, agosto e settembre è addirittura stato superato il simbolico giro di boa dei 2,0 milioni di pernottamenti, con un picco di 2,6 milioni di unità in luglio. Gli aumenti mensili di quel periodo, sottolineano i funzionari di Neuchâtel, si sono attestati tra il +35,0% (luglio) e il +16,4% (ottobre).

Nel corso dell'autunno, con l'arrivo della seconda ondata pandemica e la reintroduzione di provvedimenti sanitari cantonali e federali, la situazione si è ulteriormente deteriorata, provocando una forte flessione anche della domanda indigena. Tuttavia, viene sottolineato, senza raggiungere il livello negativo osservato tra marzo e maggio.

Ospiti stranieri: dalla Cina -91,4%

L'evoluzione del turismo in Svizzera è da mani nei capelli sopratutto a causa del crollo della domanda estera, in particolare per quanto riguarda i Paesi che solitamente rientrano tra i maggiori frequentatori delle strutture elvetiche.

Spulciando i dati in merito alle singole nazionalità di provenienza emerge che i pernottamenti effettuati dai cinesi sono passati da quasi 1,4 milioni a meno di 120'000, segnando una contrazione del 91,4%. Crollano pesantemente anche i pernottamenti di persone provenienti da India (-93,1%), Stati Uniti (-84,3%) e Paesi del Golfo (-86,8%).

Il coronavirus ha però fermato anche i viaggiatori provenienti dall'Europa. I principali paesi di provenienza per quanto riguarda i numeri dei pernottamenti sono infatti le nazioni limitrofe come Germania – con poco meno di 2,23 milioni di pernottamenti e un calo del 43,3%) – e Francia (795'627 pernottamenti; -43,3%). Seguono Gran Bretagna (523'395; -68,1%) e Italia (446'533; -49,7%).

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