Fisco Estradato il protagonista dello scandalo tedesco «cum-ex»

hm, ats

22.2.2022 - 17:01

Il braccio del ministero delle finanze dei Länder è giunto fino nei Grigioni.
Il braccio del ministero delle finanze dei Länder è giunto fino nei Grigioni.
Keystone

Via libera delle autorità elvetiche all'estradizione in Germania di Hanno Berger, avvocato tedesco da anni ricercato dalla giustizia del suo paese perché ritenuto uno dei principali protagonisti dello scandalo fiscale passato alla storia con il nome di «cum-ex».

La decisione dell'Ufficio federale di giustizia (UFG) è stata comunicata oggi dall'agenzia tedesca Dpa, che si rifà a una portavoce dell'autorità di perseguimento penale del Nordreno-Vestfalia.

Da parte sua l'UFG fa sapere che per motivi di sicurezza non vengono mai diffuse informazioni prima che un'estradizione sia eseguita.

Il 16 febbraio il Tribunale federale (TF) non è entrato in materia sull'ultimo ricorso di Berger perché il caso non è considerato particolarmente significativo, vale a dire non concerne la violazione di principi procedurali elementari, né ha a che fare con un procedimento estero che presenta gravi carenze.

Contrariamente all'opinione dell'imputato il TF in un primo esame ha inoltre stabilito che gli atti di cui è accusato presentano gli estremi della frode fiscale e sono quindi punibili sia in Germania che in Svizzera.

Arrestato nei Grigioni

Le manette ai polsi di Berger erano scattate il 7 luglio 2021 in una non meglio precisata località dei Grigioni; il fermo era stato operato su mandato delle autorità di Berlino.

L'avvocato fiscalista 71enne è considerato una delle menti che hanno ideato e promosso le transazioni «cum-ex», attraverso le quali numerosi investitori hanno approfittato sull'arco di diversi anni (dal 2006 al 2012) di una lacuna della legge tedesca per arricchirsi a spese dello stato.

Un sistema che ha generato perdite per miliardi

Il trucco consisteva nello spostare azioni con ("cum") e senza ("ex") diritto al dividendo avanti e indietro intorno alla data del versamento. Le autorità tributarie tedesche si sono così trovate a rimborsare imposte sulle plusvalenze che in realtà non erano state pagate.

Questo meccanismo ha comportato perdite miliardarie per lo Stato tedesco: la stampa ha avanzato la cifra di decine di miliardi di euro. La scappatoia fiscale è stata chiusa nel 2012. Da allora sul caso sono attivi i tribunali e diverse procure.

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