Forum economico WEF Davos: fiducia record fra Ceo globali

ATS

22.1.2018 - 19:47

È record quest'anno per il numero di chief executive officer (Ceo) che a livello globale si dichiara ottimista rispetto all'assetto economico mondiale.

È la principale evidenza della 21esima Annual Global Ceo Survey di PwC, analisi che fotografa il livello di fiducia nello sviluppo globale e del proprio business di circa 1300 Ceo in 85 paesi presentata oggi alla vigilia del Forum economico mondiale di Davos (GR).

Il 57% dei Ceo a livello mondiale si dichiara fiducioso nella crescita dell'economia globale nei prossimi dodici mesi (quasi il doppio rispetto al 29% dello scorso anno), registrando l'incremento più elevato da quando PwC ha avviato nel 2012 l'analisi circa le attese sulla crescita globale.

L'ottimismo nei confronti della crescita globale è più che raddoppiato negli USA (59% dei partecipanti) dopo una fase di incertezza prima e dopo le elezioni (2017: 24%). Questo ottimismo sul quadro globale deriva dalla fiducia che i Ceo ripongono nelle previsioni della propria azienda, malgrado il rialzo non sia così significativo. Il 42% dei Ceo si dichiara "molto fiducioso" nelle prospettive di crescita della propria società per i prossimi dodici mesi, rispetto al 38% del 2017.

Negli USA, dopo le tensioni legate alle elezioni dello scorso anno, i primi segnali sulla regolamentazione e la riforma fiscale da parte della nuova amministrazione hanno visto crescere significativamente, dal 39% del 2017 al 52% del 2018, la fiducia nelle prospettive di crescita delle imprese per l'anno a venire.

Nel Regno Unito, con i negoziati sulla Brexit che hanno raggiunto solo di recente dei risultati, il calo della fiducia a breve termine dei business leader non rappresenta una sorpresa (34% nel 2018 contro il 41% del 2017).

Malgrado l'ottimismo nell'economia globale, cresce l'ansia su una gamma molto più ampia di minacce commerciali e socioeconomiche. I Ceo si dichiarano "estremamente preoccupati" circa l'incertezza geopolitica (40%), le minacce legate alla cibersicurezza (40%), il terrorismo (41%), la disponibilità di competenze chiave (38%) e il populismo (35%).

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