Mobilità lenta Zurigo: pista ciclabile contro la Covid-19

ATS

14.5.2020 - 14:42

Attivisti dell'associazione per la mobilità sostenibile «umverkehR/actif-trafiC» hanno allestito stamane una pista ciclabile temporanea su una strada di Zurigo. L'azione, non autorizzata, è stata interrotta dopo 15 minuti con l'arrivo della polizia.

L'organizzazione chiede alla città di concedere «senza indugio» più spazio ai ciclisti. La bicicletta – sostengono gli attivisti – è il mezzo di trasporto più appropriato durante la crisi del coronavirus. Molte città in tutto il mondo hanno creato piste ciclabili da un giorno all'altro. Ed «è giunto il momento che la Svizzera segua questi esempi».

L'intervento, iniziato alle 9.30, ha interessato una corsia della centralissima Gessnerallee, vicino alla stazione centrale e alla vecchia caserma. «Per garantire che i ciclisti di Zurigo possano muoversi in sicurezza durante l'estate, sono necessarie misure immediate per creare una rete continua di piste ciclabili», ha dichiarato la consigliera comunale Simone Brander (PS), membro del gruppo regionale di «umverkehR».

Secondo l'organizzazione, la promozione del traffico lento in bicicletta è «una misura importante nella lotta al Covid-19». La regola del distanziamento sociale può essere rispettata meglio che nei trasporti pubblici, impedendo così la diffusione del virus.

L'operazione è durata solo 15 minuti circa ed è stata interrotta all'arrivo della polizia, ha osservato sul posto un fotografo dell'agenzia Keystone-ATS. Gli agenti hanno controllato l'identità degli attivisti.

Lettera aperta a Ginevra

Anche a Ginevra, «actif-trafiC» e altre organizzazioni chiedono di promuovere la mobilità lenta nel contesto dell'eliminazione graduale delle misure di confinamento. Il 28 aprile hanno inviato una lettera aperta al consigliere di Stato Serge Dal Busco (PPD), capo del Dipartimento cantonale delle infrastrutture.

Le raccomandazioni sanitarie del cosiddetto distanziamento sociale difficilmente sono compatibili con la vicinanza nei mezzi di trasporto pubblico nelle ore di punta, sottolineano gli autori della lettera aperta. Per evitare che sempre più persone utilizzino l'auto, bisogna seguire l'esempio di città come Berlino, Bogotà, New York o anche Lione e Milano.

La lettera aperta è sottoscritta anche dalle sezioni locali dall'Associazione traffico e ambiente (ATA), di Mobilità pedonale Svizzera, di Pro velo e dal WWF.

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