Pandemia Covid-19: nel mondo muore circa il 40% di chi è in rianimazione

SDA

1.2.2021 - 14:19

Dall'inizio della pandemia la mortalità dei pazienti con Covid-19 ricoverati in terapia intensiva è andata sempre diminuendo rispetto al 60% della prima fase, e ora sembra aver raggiunto un plateau intorno al 30-40%.
Dall'inizio della pandemia la mortalità dei pazienti con Covid-19 ricoverati in terapia intensiva è andata sempre diminuendo rispetto al 60% della prima fase, e ora sembra aver raggiunto un plateau intorno al 30-40%.
Keystone

Dall'inizio della pandemia la mortalità dei pazienti con Covid-19 ricoverati in terapia intensiva è andata sempre diminuendo rispetto al 60% della prima fase, e ora sembra aver raggiunto un plateau intorno al 30-40%.

Lo afferma uno studio, condotto in diverse parti del mondo, coordinato da Tim Cook dell'università di Bristol e pubblicato su Anesthesia.

I ricercatori hanno analizzato 52 studi osservazionali su oltre 43'000 pazienti, più altre ricerche già pubblicate sul tema, da diversi paesi del mondo.

In generale la mortalità nelle rianimazioni è passata dal 60% di fine marzo 2020 al 42% di fine maggio, per poi scendere intorno al 36% in ottobre. Dopo questo mese la percentuale continua a scendere, ma molto più lentamente.

Il dato è valido in diverse regioni, spiegano gli autori, con l'eccezione dell'Australia, dove è molto più basso, e del medio oriente, dove invece è molto più alto.

«Negli ultimi mesi – scrivono – diversi studi hanno spiegato quali trattamenti danno benefici nelle terapie intensive e quali no. Gli steroidi migliorano la sopravvivenza nei pazienti ossigeno-dipendenti, mentre altri farmaci come idrossiclorochina, azitromicina, lipinavir/ritonavir e remdesivir non mostrano benefici evidenti».

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