Nel Canton VaudA processo per aver ucciso, congelato e murato la sua ex moglie
ATS
17.5.2021
Il tribunale penale della Broye e Vaud settentrionale, riunito a Renens, si occupa di un sordido crimine. A processo un ex cuoco di 56 anni, accusato di aver ucciso la madre dei suoi due figli a Orbe nel 2016, di averla congelata e poi murata.
ATS
17.05.2021, 14:45
17.05.2021, 14:47
ATS
Il vodese, che si definisce «una persona molto gentile» e «incapace di ferire qualcuno», è però accusato di aver ucciso la «donna della (sua) vita» il 16 luglio 2016 nella loro casa di Orbe durante l'ennesima violenta lite.
La coppia disfunzionale era separata dal 2012 su richiesta della scomparsa, ma ha continuato a vivere, quasi tagliata fuori dal mondo, sotto lo stesso tetto con il figlio più giovane.
L'imputato aveva messo il cadavere della sua vittima di 55 anni nel congelatore per due mesi, prima di murarlo in casa sua con un medaglione portafortuna, assieme a uno yogurt alla moka e all'urna contenente i resti del suo defunto fratello: «Così non si sarebbe sentita sola».
Fatto raro: due ipotesi criminali
Le circostanze della morte non hanno potuto essere stabilite chiaramente dalle indagini. Il pubblico ministero ha quindi presentato, nella sua requisitoria, due diverse versioni, cosa rara.
Nella prima, l'imputato avrebbe strangolato la sua vittima. In questo caso sarebbe accusato di omicidio, un'accusa punibile con almeno 5 anni di carcere.
Nella seconda, la morte è avvenuta accidentalmente a seguito di una violenta caduta provocata dall'imputato. In questo caso l'accusa sarebbe di omicidio colposo e potrebbe valere all'imputato al massimo tre anni di reclusione.
Due persone mentalmente malate
Il cinquantenne è accusato di violazione della pace dei morti e di frode all'assistenza sociale. Aveva continuato a ricevere indebitamente la pensione d'invalidità, l'AI, della defunta. Ha anche fatto credere a sua figlia che sua madre fosse viva attraverso falsi SMS. Aveva finito per confessare alla giovane la morte della mamma.
La donna scomparsa aveva tendenze suicide e soffriva di schizofrenia paranoica. Suo marito è descritto dagli esperti come affetto da disturbo della personalità immatura, disturbo depressivo e disturbo psicoaffettivo dello sviluppo.
Bugie seriali
La coppia non aveva più avuto rapporti sessuali dalla nascita del figlio più giovane nel 1997. Dopo la separazione, la donna sognava di trasferirsi. L'ex marito era responsabile di trovarle una sistemazione. Lungi dal farlo, ha inventato piani mirabolanti che finivano sempre per fallire.
Dopo aver accennato alla ripresa della casa di Georges Clooney sulle rive del Lago di Como, l'imputato aveva parlato di una villa in Corsica in cui la sua ex moglie e futura vittima sarebbe dovuta essere trasportata in elicottero.
«In quel momento tutto è precipitato»
«Le ho raccontato così tante storie perché si calmasse», dice. La menzogna corsa rivela l'inganno e porta alla disputa fatale.
«Ecco, In quel momento tutto è precipitato. Era davvero arrabbiata, piangeva, sbatteva le porte, aveva un coltello in mano e diceva: «Esci o t'infilzo!». Mi ha insultato e mi ha detto che ne sarebbe andata», racconta l'imputato, che dice di aver lasciato la stanza in attesa che le cose si calmassero.
Tra due dichiarazioni confuse, l'uomo afferma: «Non ho fatto nulla per volerla morta!». Secondo lui la moglie si sarebbe impiccata con un cavo che lui avrebbe sganciato troppo tardi, facendola cadere violentemente.
«All'inizio, voleva solo fare una dimostrazione, poi si è bloccata e il suo piccolo trucco le si è rivoltato contro. Era la sua ora!», dice l'uomo con uno sguardo chiuso. Affermerà anche in seguito «di aver fatto tutto con rispetto e amore».
Il processo continua fino a martedì. Il giudizio dovrebbe essere reso la prossima settimana.