Poco spaziosa, ma confortevole Vivere in una casa di 14 m²

dpa/tsha/gbi

3.9.2020

Un architetto ha riconvertito un’ex cabina di trasformazione in abitazione. Dopo vari anni di lavori, è diventata un gioiellino battezzato «Villa Stierstadt».

Il fatto che Achim Schollenberger e Simone Stiefel abbiano un debole per le abitazioni insolite salta all’occhio. Per la maggior parte del tempo la coppia vive in un ex castello a Usingen in Assia. La loro seconda casa è un’ex cabina di trasformazione nella vicina città di Oberursel.

In soli 14 m², si trovano una camera da letto, un salotto, una cucina e un bagno. «È la casa privata più piccola della Germania» afferma Simone Stiefel dalla «terrazza», che è in realtà il parcheggio di questa proprietà di 23 m².

Per fare un confronto, l’edificio situato nel centro storico di Winterthour, spesso considerato la casa più piccola della Svizzera, occupa 33 m² di superficie abitabile, senza contare un piccolo giardino. È quindi un po’ di più dello spazio a disposizione della coppia tedesca.

Questa casa di Winterthour è spesso considerata la più piccola della Svizzera.
Questa casa di Winterthour è spesso considerata la più piccola della Svizzera.
gbi

Il confort non manca

La coppia ha battezzato la casa «Villa Stierstadt» che, situata al centro del quartiere omonimo, rappresenta un’attrazione da molto tempo. Per gli esterni si sono ispirati al vecchio Teatro dell’Opera di Francoforte e l’artista dei graffiti, Markus Janista, ha riprodotto la facciata dell’edificio, compresa l’iscrizione «Dem Wahren Schoenen Guten».

All’interno, se lo spazio è poco, non si può dire altrettanto del confort. Il riscaldamento elettrico a pavimento diffonde un piacevole tepore, le finestre isolano dal rumore del traffico al di fuori, mentre un suono intenso si diffonde per la casa grazie a un sistema tecnologicamente avanzato di audio-diffusione. Numerosi piccoli dettagli mostrano fino a che punto la coppia abbia riflettuto e pensato alla sistemazione. Ad esempio, attaccata al microonde in cucina c'è una vecchia autoradio con un accendisigari. «Ricarichiamo anche i cellulari lì», spiega il padrone di casa.

Al piano superiore, in soggiorno, la coppia ama giocare a sudoku nell'angolo salotto di fronte alla televisione, che si trasforma in divano la sera. Il bagno si trova allo stesso piano, a qualche passo di distanza.

Sotto al tetto, nella parte più alta, si trova la zona notte e il letto occupa tutto lo spazio. Dalle grandi finestre del sottotetto si può vedere Felsberg. «Qui noi ci ricarichiamo», afferma Simone Stiefel, con soddisfazione. Peccato solo che, per mancanza di spazio, non ci sia la lavatrice, ma non è un problema, c’è una lavanderia poco lontano.

Due anni di lavori

Il suo compagno, architetto di formazione, ha lavorato a questa casetta dopo il lavoro e durante le vacanze per circa due anni. All’inizio l’idea era di ristrutturare l’edificio.

In tutta la Germania, diverse ex cabine di trasformazione sono state riconvertite in laboratori, campanili e alberghi, scrive l’ingegnere Ilo-Frank Primus nel suo libro «Geschichteund Gesichter der Trafostationen».

Secondo Ilo-Frank Primus, la prima cabina di trasformazione tedesca è stata costruita nel 1891 a Lauffen, nel Baden-Wurtemberg. Negli anni seguenti, questi edifici si sono moltiplicati, soprattutto nelle grandi città. All’inizio della Prima Guerra Mondiale, ce n’erano già più di 41'000 e sono poi caduti in disuso negli anni ’80, quando hanno perso la loro utilità a causa dei progressi della tecnica.

Achim Schollenberger aveva visto diverse cabine prima che la scelta ricadesse su questa secolare costruzione d’Oberursel, di poco più di due metri per tre. Ha speso poche migliaia di euro per acquistarla - ma, da allora, la coppia ha investito circa 65'000 euro nella casa.

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