La regista macedone Teona Strugar Mitevska e il curatore della sezione «Nouveau territoire» dedicata alla Macedonia del Nord Samet Sulejmanoski al FIFF.
Una scena tratta dal film «God Exists, Her Name Is Petrunya» di Teona Strugar Mitevska (FIFF 2024).
Al FIFF il primo panorama al mondo su cinema Macedonia del Nord
La regista macedone Teona Strugar Mitevska e il curatore della sezione «Nouveau territoire» dedicata alla Macedonia del Nord Samet Sulejmanoski al FIFF.
Una scena tratta dal film «God Exists, Her Name Is Petrunya» di Teona Strugar Mitevska (FIFF 2024).
Quest'anno il Festival international du film de Fribourg (FIFF), che si tiene fino a domenica, dedica la sezione «Nouveau territoire» alla cinematografia della Macedonia del Nord. Keystone-ATS ne ha discusso con il curatore Samet Sulejmanoski.
La sezione in questione si è aperta con «Prima della pioggia» (1994) di Milcho Manchevski, tappa indispensabile della storia cinematografica di questo Paese dei Balcani.
Si tratta della prima produzione di rilievo realizzata dall'indipendenza dalla Jugoslavia nel 1991, aveva rilevato il FIFF durante la presentazione della sezione a fine gennaio.
Nuovo territorio
A scegliere il Paese protagonista della sezione «Nouveau territoire» (Nuovo territorio) è stato il direttore artistico del FIFF Thierry Jobin dopo aver incontrato diversi esponenti del cinema macedone, fra cui membri della North Macedonia Film Agency, «il centro nevralgico per promuovere la produzione macedone», spiega il curatore della sezione Samet Sulejmanoski, che è svizzero e macedone.
Questo panorama comprende 10 lungometraggi, di cui due documentari, e un programma di sette cortometraggi. Nella selezione Sulejmanoski ha deciso di privilegiare il cinema che rappresenta il Paese: «La sua cultura, le differenze presenti, le problematiche, le minoranze e le diverse comunità».
«Un aspetto importante è che il 25% circa si definisce albanese di Macedonia, e musulmano, mentre il 58% è rappresentato da macedoni ortodossi», precisa. «La Guerra civile nel 2001 ha portato proprio su queste questioni, nella quale gli albanesi hanno ottenuto diritti quali il riconoscimento dell'albanese come seconda lingua ufficiale», afferma il curatore.
Una problematica evidenziata nel documentario «New Era, Old Dilemma» di Sabidin Aliu, che parla della diaspora degli albanesi di Macedonia che vivono in Svizzera e Germania.
Temi universali
Domenica sera si è tenuta una tavola rotonda dal titolo «Faire du cinéma en Macédoine du Nord» (Fare cinema in Macedonia del Nord) con il curatore della sezione nonché la regista macedone residente in Belgio Teona Strugar Mitevska e il regista albanese di Macedonia Sabidin Aliu.
I relatori si sono chiesti se ci fosse una peculiarità nel cinema della Macedonia del Nord, giungendo alla conclusione che esso tratta in realtà di temi universali, quali la posizione delle donne nella società e l'omosessualità. «La Macedonia del Nord è un Paese multiculturale e molto complesso», spiega Sulejmanoski. «In generale si tratta di un Paese piuttosto conservatore, anche se c'è un'evoluzione», precisa.
«È un Paese che è ancora nella sua adolescenza» hanno affermato i due registi nel corso della tavola rotonda. La Macedonia del Nord «ha dovuto ricostruirsi un'identità» dopo essersi separata dalla Jugoslavia, ha aggiunto Sulejmanoski.
«Lavoriamo insieme, ma non ci sposiamo», ha detto Strugar Mitevska, riferendosi ad albanesi e macedoni e alle loro diverse religioni. «Legalmente non c'è un divieto, ma è ancora mal visto dalle due parti fare questo tipo di matrimoni», precisa Sulejmanoski nell'intervista.
Cinema impegnato
Quello di Strugar Mitevska, è un cinema impegnato e coraggioso. Attraverso le sue pellicole mette in luce le problematiche di un Paese ma che hanno un valore universale. In particolare nel film «God Exists, Her Name Is Petrunya» (2019), premiato alla Berlinale, che segue una donna mentre si lancia in una cerimonia tradizionalmente riservata agli uomini.
Strugar Mitevska, nella tavola rotonda, ha affermato che dall'uscita del film sempre più donne partecipano a questa cerimonia tradizionale nel villaggio di Stip. La sua pellicola ha di fatto avuto un effetto concreto. La regista intende «essere rivoluzionaria nella sua arte», ha affermato.
Nella sezione, il curatore, oltre alle problematiche e alla storia, ha voluto includere diversi generi artistici, quali commedie e documentari. Per quanto riguarda le commedie cita in particolare «Secret Ingredient» di Gjorce Stavreski, nel quale «vi è una particolarità dell'umorismo balcanico, molto sarcastico e beffardo», afferma Sulejmanoski.
Nel programma è presente anche «Housekeeping for Beginners» (2023) di Goran Stolevski, candidato della Macedonia del Nord agli Oscar e vincitore del Leone Queer alla Mostra di Venezia lo scorso anno. Il film parla apertamente dell'omosessualità e della comunità rom a Skopje, capitale della Macedonia.
«Quello che mi ha fatto più piacere (della cinematografia macedone, ndr) è che ci fosse la volontà di accettare questo nuovo mondo dove il miscuglio di culture e di altre cose diventa un fattore d'identità», conclude il curatore.