AmbienteGli allevamenti intensivi producono il 14% dei gas serra mondiali
SDA
23.7.2021 - 17:00
Il settore che utilizza le risorse naturali ed è il maggior responsabile della crisi ecologica globale è quello alimentare: in primis la filiera della carne, afferma il WWF.
Keystone-SDA
23.07.2021, 17:00
23.07.2021, 17:59
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Gli allevamenti intensivi sono da soli responsabili del 14,5% delle emissioni totali di gas serra, utilizzano circa il 20% delle terre emerse come pascolo e il 40% dei terreni coltivati per la produzione di mangimi.
Gli animali commerciati o allevati in modo non sostenibile sono, inoltre, pericolose fonti di malattie, gravi minacce per il pianeta e per la nostra stessa specie, sostiene il WWF nello studio «Dalle pandemie alla perdita di biodiversità. Dove ci sta portando il consumo di carne» pubblicato in vista del pre-vertice delle Nazioni Unite sui sistemi alimentari, il cui avvio dei lavori è previsto per lunedì 26 luglio a Roma. «Il 75% delle malattie emergenti è di origine zoonotica», si legge nel documento.
«La quantità di carne prodotta è oggi quasi cinque volte maggiore di quella dei primi anni '60: in media nel mondo oggi si consumano 34,5 chilogrammi di carne a testa all'anno, ma con grandi differenze tra i paesi. In Italia il consumo medio è di quasi 80 kg a testa quando 60 anni fa erano appena 21 kg», rileva l'organizzazione ambientalista.
Il WWF chiede che si «eliminino gli allevamenti intensivi industriali» e che l'Ue non dia loro più sussidi e sostenga invece «aziende agricole che producono con metodi biologici e estensivi». Negli ultimi 50 anni, afferma l'associazione, «i consumi di carne hanno subito un netto incremento a livello globale, tanto che oggi nel mondo il 70% della biomassa di uccelli è composto da pollame destinato all'alimentazione umana. Solo il 30% sono uccelli selvatici. Ogni anno vengono macellati a scopo alimentare 50 miliardi di polli, di cui circa il 70% allevati in maniera intensiva. Il 60% del peso dei mammiferi sul pianeta è costituito da bovini e suini da allevamento, il 36% da umani e il 4% da mammiferi selvatici».
«Se vogliamo dare un futuro al pianeta non basta più pensare ad abbattere le emissioni di CO2, dobbiamo ridurre le emissioni del sistema alimentare che sono deforestazione, perdita di biodiversità, inquinamento e distruzione di ecosistemi» afferma Isabella Pratesi, dirigente di WWF Italia.