WinterthurAnnelies Štrba, Adji Dieye e Valie Export al Fotomuseum
zm, ats
23.2.2023 - 10:23
Il Fotomuseum Winterthur e la Fotostiftung Schweiz aprono sabato a Winterthur tre nuove esposizioni nelle quali tre artiste Annelies Štrba, Adji Dieye e Valie Export mostrano opere che trattano di vita, arte e politica.
zm, ats
23.02.2023, 10:23
23.02.2023, 10:29
SDA
Štrba, nata a Zugo nel 1947, viene descritta sul sito della Fotostiftung Schweiz come «osservatrice e maga». Cattura momenti fugaci e li trasforma in immagini da sogno: «la vita e l'arte fluiscono l'una nell'altra».
Negli anni '90, Štrba ha iniziato a realizzare, tra le altre, opere video e successivamente a dipingere su fotografie. «Mentre i suoi primi lavori analogici giocano con un'estetica istantanea, i fotogrammi video e le fotografie digitali modificate raggiungono l'intensità dei dipinti espressionisti», si legge ancora sul sito.
La retrospettiva, dal titolo «Bunt entfaltet sich mein Anderssein» (La mia alterità si dispiega in modo colorato), esposta fino al 13 agosto, presenta per la prima volta una proiezione concepita appositamente per la Fotostiftung Schweiz nonché le tele fotografiche di grande formato della collezione. Quest'ultima comprende un gruppo di tele fotografiche in bianco e nero e fotografie a colori dei primi anni dell'opera di Štrba.
Perdita della propria lingua
L'artista italo-senegalese Adji Dieye, classe 1991, che vive fra Zurigo e Dakar, si concentra sul contesto generale occupandosi di post-colonialismo e della formazione degli Stati nazionali. Di particolare interesse per lei sono l'influenza del linguaggio e dello spazio urbano sulla scrittura della storia.
L'installazione video «Aphasia», che dà il nome alla mostra, è stata prodotta appositamente per il Fotomuseum dove può essere vista fino al 29 maggio. «L'opera dà voce alle comunità afro-diasporiche e alle identità nere e permette loro di articolarsi come parte di un archivio vivente», scrive il museo sul suo sito web.
In una performance Dieye tematizza la perdita del proprio idioma. Il film mostra come a Dakar l'artista si sforzi di esprimersi nel francese introdotto dall'ex potenza coloniale. Sebbene solo una parte della popolazione capisca questa lingua, dall'indipendenza del Senegal essa ha continuato a imporsi come lingua franca negli affari, nella politica e nell'istruzione. Attraverso diversi cambiamenti dell'ambientazione nel video nonché l'aggiunta di voci multiple in post-produzione, l'opera restituisce alla popolazione la sua voce.
Significato della fotografia
La mostra «Valie Export – Die Fotografien» (Valie Export – Le fotografie) volge per la prima volta uno sguardo all'opera fotografica dell'artista austriaca Valie Export, classe 1940. Export, talvolta nota per le sue performance provocatorie e le installazioni sperimentali, è sempre sfuggita a categorizzazioni e definizioni.
«Come pioniera della performance, dell'installazione e della videoarte, l'artista ha sempre infranto i confini tra i generi mediatici e utilizza il proprio corpo come mezzo artistico», si legge nella descrizione della mostra. Con l'aiuto della fotografia, elemento centrale del suo lavoro, Export ha immortalato azioni. Ma le foto hanno anche acquisito uno status indipendente attraverso la loro produzione, pubblicazione e ricezione.
L'esposizione, visitabile fino al 29 maggio, è stata concepita in collaborazione con l'artista e si concentra sulla rilevanza della fotografia nel suo lavoro, scrive il Fotomuseum. Nella mostra, oltre alle sue fotografie, si potranno ammirare anche altre opere create da Export fra il 1968 e il 2007.