L'ondata di calore sull'Artico seguita dai satelliti europei del programma Copernicus, gestito da Agenzia Spaziale Europea e Commissione europea, che registrano la temperatura record di 21,9 gradi a Eureka, nell'Artico canadese, la più alta mai segnalata così a nord.
Secondo il Copernicus Climate Change Service, luglio 2020 è stato il terzo luglio più caldo mai registrato al mondo, con temperature di 0,5 gradi superiori alla media. L'Artico non è sfuggito al caldo, con temperature allarmanti, incendi estremi e una significativa perdita di ghiaccio marino.
La regione, rileva l'Esa, si sta riscaldando fino a tre volte in più rispetto alla media globale, con un impatto su tutto il pianeta. Le osservazioni dallo spazio offrono un'opportunità unica per comprendere i cambiamenti che si verificano in questa regione remota. Il 20 giugno, la città russa di Verkhoyansk, che si trova sopra il circolo polare artico, ha registrato l'incredibile temperatura di 38 gradi, mentre l'11 agosto 2020 a Eureka nell'Artico canadese, a 80 gradi di latitudine nord, il satellite europeo Sentinel-3 ha registrato un massimo di 21,9 gradi.
Le alte temperature hanno alimentato anche una serie di incendi nel Circolo Polare Artico. Le immagini catturate dalla missione Sentinel-3 mostrano quelli avvenuti nell'area di Chukotka, la regione più a nord-est della Russia. L'ondata di caldo sull'Artico, osserva l'Esa, contribuisce anche allo scongelamento del permafrost, il suolo perennemente congelato che contiene grandi quantità di carbonio e metano. Di conseguenza, quando si scongela il permafrost libera in atmosfera CO2 e metano.
Per questo, potenziare l'osservazione dell'Artico è molto importante e a tal fine l'Esa sta preparando tre nuove missioni, insieme a Sentinel di nuova generazione, spiega il direttore dell'Esa per l'osservazione della Terra, Josef Aschbacher, «insieme alla missione Copernicus CO2M, queste nuove missioni – osserva – forniranno nuovi dati per il monitoraggio di tutto l'anno dell'Artico».
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