Ucraina Un'azienda svizzera avrebbe aggirato le sanzioni contro la  Russia

SDA / pab

7.3.2024 - 17:29

Il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) ha aperto un procedimento nei confronti di un'azienda svizzera per una presunta violazione delle sanzioni imposte alla Russia. Una portavoce ha confermato i fatti alla SRF.

Immagine illustrativa d'archivio.
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Keystone-SDA, SDA / pab

La SRF ricorda nel suo articolo che la Svizzera è una sede importante per le aziende produttrici di materie prime, ma che le sanzioni contro la Russia stanno limitando le loro attività.

Il commercio di petrolio e altri prodotti petroliferi russi è quindi soggetto a limiti di prezzo. Diverse ditte hanno quindi esternalizzato l'attività in filiali in Paesi in cui non si applicano sanzioni. Gli Stati del Golfo sono uno dei luoghi preferiti.

Da mesi la Segreteria di Stato per l'economia (Seco) ha preso di mira diverse aziende che avrebbero aggirato le sanzioni in questo modo.

In un caso, su richiesta della Seco, è intervenuto il Ministero pubblico della Confederazione. La portavoce Linda von Burg conferma le notizie della Radio SRF, specificando che «Si tratta di sospette violazioni delle sanzioni da parte di un'azienda svizzera attraverso filiali all'estero».

Il primo caso in Svizzera, deve essere grave

È il primo procedimento simile in Svizzera. L'azienda in questione è accusata di aver effettuato transazioni commerciali con la Russia attraverso una filiale estera con sede a Dubai.

Quanto e come precisamente l'impresa attiva nel settore delle materie prime abbia effettivamente esportato non è stato reso noto.

In precedenza già la Segreteria di Stato dell'economia (Seco) si era occupata del caso.

L'apertura del procedimento, secondo quanto riporta la SRF, significa che il caso è valutato come particolarmente grave o particolarmente importante. I responsabili rischiano fino a cinque anni di carcere. 

C'è anche un secondo caso

L'azienda, il cui nome è conosciuto dalla SRF, non vuole confermare all'emittente svizzerotedesca i procedimenti a suo carico e ha dichiarato di non essere stata contattata dalla polizia. Ha inoltre aggiunto di non essere stata contattata dall'Ufficio del Procuratore Generale e ha sempre rispettato tutte le leggi.

Le transazioni tramite uno Stato terzo, ad esempio uno Stato del Golfo, non sono di per sé illegali. Lo diventano solo se vi è un certo legame con la Svizzera e se le transazioni sono controllate direttamente dalla casa madre, o se i profitti dei commerci con la Russia fluiscono nell'azienda principale.

Un secondo caso simile inoltrato dalla Seco al MPC è stato invece respinto, poiché non giudicato di sufficiente rilevanza.