USA Biden sospende le esecuzioni federali e cancella Trump

SDA

2.7.2021 - 21:30

Joe Biden rottama una delle ultime eredità di Donald Trump, la più efferata: il ripristino delle esecuzioni capitali per reati federali. 

Il presidente statunitense Joe Biden ha sospeso le esecuzioni capitali federali
Il presidente statunitense Joe Biden ha sospeso le esecuzioni capitali federali
KEYSTONE/AP/Susan Walsh

Il presidente lo aveva promesso in campagna elettorale e ci si aspettava che lo facesse nei primi giorni del suo insediamento ma ci sono voluti più di cinque mesi, anche se nel frattempo nessuno dei 49 detenuti nel braccio della morte è stato giustiziato.

E' stato il ministro della Giustizia Merrick Gardland ad annunciare una moratoria, in attesa della revisione completa di una prassi che a suo avviso solleva «gravi preoccupazioni».

L'attorney general ha evocato in particolare l'impatto sproporzionato della pena capitale sulle persone di colore e il controverso uso di farmaci per l'iniezione letale.

«Il dipartimento di Giustizia deve garantire nel sistema penale federale non solo che tutti godano dei diritti previsti dalla costituzione e dalle leggi degli Stati Uniti ma anche che siano trattati correttamente e umanamente», ha osservato, sottolineando che «questo obbligo ha una forza speciale nei casi di pena capitale».

Penuria di farmaci, reintrodotto il plotone d'esecuzione

Gardland ha spiegato che il suo dipartimento esaminerà i protocolli introdotti dal suo predecessore William Barr, sui quali pende anche una causa legata al rischio di dolore e sofferenza associati all'uso del pentobarbital, un barbiturico ad azione rapida usato per le iniezioni letali.

Tanto che alcuni Stati come il South Carolina hanno introdotto come alternativa la sedia elettrica e persino il plotone di esecuzione, dopo che le stesse case farmaceutiche hanno bandito l'uso dei loro farmaci per giustiziare i condannati a morte.

Prima di Trump 3 esecuzioni in 45 anni, dopo 13 in sei mesi 

Pensando già alla sua campagna per la rielezione, nell'estate del 2019 Trump aveva reintrodotto le esecuzioni federali dopo una moratoria di 17 anni, diventando il presidente che ne ha collezionato di più in oltre un secolo: 13.

Negli ultimi 45 anni solo tre persone erano state giustiziate a livello federale, tra cui Timothy McVeigh, responsabile dell'attentato a Oklahoma City (168 morti nel 1995) nel 2001.

Il tycoon non si era fermato neppure negli ultimi giorni del suo mandato: l'ultimo detenuto ad essere messo a morte, in Indiana, è stato Dustin Higgs, meno di una settimana prima che Trump lasciasse la Casa Bianca. Si è trattata della 13esima esecuzione in sei mesi.

In una opinione dissenziente, la giudice della Corte suprema Sonia Sotomayor criticò l'amministrazione per questa esecuzione, condannando quella che riteneva una «corsa senza precedenti» verso l'uccisione di detenuti.

L'istituto penitenziario si è sempre rifiutato di spiegare come ha ottenuto il pentobarbital per le iniezioni letali sotto Trump.

«Non basta»

Biden è da anni contro la pena di morte ma non lo è sempre stato. Nel 1994 contribuì a elaborare la legge che aggiunse 60 crimini federali punibili con la pena capitale, tra cui i rapimenti segnati dalla morte dell'ostaggio. In seguito ha riconosciuto che la normativa ha colpito in modo sproporzionato gli afroamericani.

Per gli attivisti dei diritti civili la sua moratoria è un passo nella giusta direzione. «Ma non basta», ha avvisato Ruth Friedman, direttore del Federal Capital Habeas Project: «Sappiamo che il sistema penale della pena di morte federale è viziato da pregiudizi, arbitrarietà, eccessi e gravi errori da parte di accusa e difesa da renderlo irreparabilmente compromesso».