BasileaIn 16 a giudizio per gli scontri dopo una partita nel 2016
ATS
3.2.2020 - 11:15
Per gli scontri dopo la partita di calcio Basilea-Zurigo del 10 aprile 2016, 16 uomini compaiono oggi davanti al Tribunale penale cantonale basilese. Le accuse sono di sommossa, danneggiamenti e violenza contro autorità e funzionari. Il processo durerà nove giorni.
Nei tafferugli con lanci di pietre, bottiglie e petardi erano rimasti feriti almeno nove poliziotti e un bambino piccolo. Inoltre, un proiettile di gomma sparato dalle forze dell'ordine aveva accecato l'occhio a un uomo che non c'entrava nulla con gli scontri. Nei disordini scatenati dai tifosi erano state rovinate diverse auto della polizia e a una erano state appiccate le fiamme. I danni sono risultati superiori a 130'000 franchi.
Dodici presunti colpevoli sono stati subito arrestati. Altre sette persone coinvolte sono state identificate attraverso una ricerca su Internet. Per motivi di giurisdizione, la procura basilese ha trasferito ad altri cantoni tre casi, fra l'altro contro due minorenni.
Le accuse per i sedici imputati -14 svizzeri, un tedesco e uno spagnolo fra i 23 e i 37 anni di età – sono di sommossa, danneggiamenti, violenza o minacce contro autorità e funzionari. Alcune persone devono inoltre rispondere a vario titolo di infrazione alla legge sulle armi a quella sugli stupefacenti e al divieto di coprirsi il volto.
Nell'agosto del 2017, il Tribunale penale di Basilea Città ha già condannato a 16 mesi di carcere con la condizionale per quattro anni un allora 20enne argoviese, accusato di sommossa e danneggiamento. Il giovane faceva parte di un gruppo di una sessantina di persone mascherate che aveva demolito e incendiato un'auto di polizia, parcheggiata non lontano dallo stadio, nel comune di Münchenstein (BL). Il suo DNA era stato rilevato su una pietra tirata contro la vettura.
È stato invece archiviato il procedimento contro un poliziotto per lo sparo di un proiettile di gomma che ha gravemente ferito un uomo ad un occhio, facendogli perdere la vista. La magistratura ha ritenuto giustificato dalle circostanze l'uso di tali mezzi.
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