Chiesa cattolica Casellario giudiziale anche per suore e preti?

ATS

31.1.2019 - 10:46

Per contrastare gli abusi sessuali in senso alla Chiesa cattolica, il personale dovrà presentare il proprio casellario giudiziale (foto simbolica).
Per contrastare gli abusi sessuali in senso alla Chiesa cattolica, il personale dovrà presentare il proprio casellario giudiziale (foto simbolica).
KEYSTONE/AP/JENS MEYER

Anche preti e suore dovrebbero presentare il proprio casellario giudiziale per poter lavorare al servizio della Chiesa cattolica: è quanto propone una commissione di esperti ai vescovi svizzeri per lottare contro le aggressioni sessuali.

La Conferenza dei vescovi svizzeri (CVS) si pronuncerà sulla proposta nella sua prossima sessione ordinaria a fine febbraio, ha riferito alla trasmissione HeuteMorgen della radio svizzerotedesca SRF in onda stamane Toni Brühlmann, presidente della commissione di esperti sugli abusi sessuali nel contesto ecclesiale.

Il provvedimento - dice Brühlmann - dovrebbe riguardare sia i candidati al ministero sacerdotale sia i preti che desiderano cambiare posto di lavoro.

Da molti anni viene rimproverato ai responsabili delle diocesi di effettuare controlli insufficienti e di non essere trasparenti nella comunicazione in fatto di abusi sessuali. "Con questo provvedimento - spiega il presidente della commissione di esperti - si dovrebbe disporre ormai di uno strumento pratico per prevenire tali abusi".

L'idea non è nuova: nella diocesi di Losanna, Ginevra e Friburgo un simile obbligo è in vigore da diversi anni. Per ogni nuova assunzione al servizio della Chiesa come pure nel caso di una supplenza gli interessati sono tenuti a presentare un estratto del loro casellario giudiziale.

La CVS aveva già reso più severe le sue direttive sulle aggressioni sessuali cinque anni fa. La terza edizione delle direttive "Abusi sessuali in ambito ecclesiale", entrata in vigore il primo febbraio 2014, mette maggiormente l'accento sulla prevenzione rispetto ai testi precedenti del dicembre 2002 e del giugno 2010. Da allora, per l'ammissione dei seminaristi e dei candidati agli ordini e alle comunità religiose viene già chiesta la presentazione dell'estratto del casellario giudiziale.

Inoltre, "quando un candidato al sacerdozio o alla vita religiosa cambia seminario o comunità, tra le autorità responsabili deve avvenire uno scambio di informazioni chiaro e preciso sulla persona in questione".

La Conferenza dei vescovi svizzeri aveva già annunciato un inasprimento delle norme sugli abusi sessuali lo scorso settembre. In particolare, i responsabili ecclesiastici dovranno denunciare casi sospetti anche quando le vittime non lo desiderano. Questo vale per tutti i casi che non sono caduti in prescrizione.

Gli abusi sessuali all'interno della Chiesa cattolica fanno scalpore ormai da anni anche in Svizzera, dove nel 2017 sono ci state 65 nuove segnalazioni, secondo quanto indicato dal vescovo di Basilea Felix Gmür nella conferenza stampa della CVS del 5 settembre 2018. Molti dei casi segnalati risalivano a 30 o più anni fa. Dal 2010 a quella data sono stati comunicati circa 300 episodi riguardanti persone che all'epoca dei fatti erano bambini o ragazzi fino a 16 anni. Le segnalazioni sono varie e vanno da espressioni ambigue, a gesti o avances indesiderate. In 53 casi le vittime hanno parlato di veri e propri atti sessuali, in 55 di coazione sessuale.

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