Diritti umaniCEDU, la Svizzera ha discriminato Caster Semenya
daoe, ats
11.7.2023 - 12:12
La Svizzera ha violato i diritti dell'atleta Caster Semenya. Lo ha stabilito oggi la Corte europea dei diritti dell'uomo (CEDU). Alla sportiva sudafricana era stato vietato di partecipare alle gare dopo che si era rifiutata di abbassare il suo livello di testosterone.
11.07.2023, 12:12
11.07.2023, 12:22
SDA
Strasburgo ha deciso nella sua sentenza pubblicata oggi che Semenya non ha beneficiato di sufficienti garanzie istituzionali e procedurali all'interno della Confederazione. Stando alla CEDU, la Svizzera avrebbe dunque così discriminato la sportiva.
Nel 2020, il Tribunale federale (TF) aveva confermato una decisione del Tribunale arbitrale dello sport (TAS), il quale aveva dichiarato valido un regolamento dell'Associazione internazionale delle federazioni di atletica leggera (World Athletics, ex IAAF).
Secondo quanto stabilito, l'atleta iperandrogena e due volte campionessa olimpica negli 800 metri doveva sottoporsi a un trattamento ormonale per abbassare i livelli di testosterone qualora avesse voluto prendere parte alle gare della sua disciplina.
Tuttavia, la decisione odierna non invalida le regole dettate da World Athletics e non consentirà a Semenya di poter gareggiare direttamente sugli 800 m senza alcun trattamento.
Discriminazione basata sul sesso
«La Svizzera ha oltrepassato il limitato margine di apprezzamento di cui godeva nel caso in questione», ha dichiarato la Corte di Strasburgo. Un caso «che riguardava la discriminazione di sesso e basata sulle caratteristiche sessuali» e che secondo la CEDU «avrebbe dovuto portare a un approfondito esame istituzionale e procedurale, di cui il richiedente non ha beneficiato».
Stando alla decisione emessa a stretta maggioranza (4 giudici contro 3), la Svizzera ha violato gli articoli 8 e 14 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, ovvero quelli relativi al divieto di discriminazione e quelli che tutelano il diritto al rispetto della vita privata. Inoltre, vi è stata anche una violazione dell'articolo 13 della stessa Convenzione, relativo al diritto ad un ricorso effettivo.
«Poiché il ricorrente non aveva chiesto alcun risarcimento di danni materiali o morali, la Corte non ha concesso alcuna somma a tale riguardo», ha stabilito la CEDU. Tuttavia, Strasburgo ha comunque deciso che la Svizzera dovrà versare a Semenya «60'000 euro per costi e spese».
La sportiva ha un eccesso naturale di ormoni sessuali maschili. Semenya ha vinto numerose medaglie d'oro nei 400, 800 e 1500 metri alle Olimpiadi, ai Campionati mondiali e in altre competizioni nell'ultimo decennio.