Fernando Karadima, qui in una foto del 2015, era stato accusato di abusi nel 2010, e nel 2018 era stato espulso dalla Chiesa cattolica.
Fernando Karadima, qui in una foto del 2015, era stato accusato di abusi nel 2010, e nel 2018 era stato espulso dalla Chiesa cattolica.
Cile: morto ex sacerdote Karadima, autore di abusi - Gallery
Fernando Karadima, qui in una foto del 2015, era stato accusato di abusi nel 2010, e nel 2018 era stato espulso dalla Chiesa cattolica.
Fernando Karadima, qui in una foto del 2015, era stato accusato di abusi nel 2010, e nel 2018 era stato espulso dalla Chiesa cattolica.
È morto ieri a 90 anni l'ex sacerdote Fernando Karadima, caso emblematico degli abusi sessuali nella Chiesa cattolica del Cile, responsabile di aver causato una grave crisi istituzionale nel clero del paese sudamericano, giunta fino alle porte della Santa Sede.
L'ex parroco della chiesa del Sagrado Corazón de Jesús a Santiago aveva costruito un impero economico grazie alle generose donazioni dell'élite del paese, finché nel 2010 le denunce nei suoi confronti furono rese pubbliche attraverso tre principali accusatori: James Hamilton, Juan Carlos Cruz e José Andrés Murillo.
Questi, anni prima, avevano chiesto udienza presso l'arcidiocesi della capitale, ma né il cardinale Francisco Javier Errázuriz né il suo successore Ricardo Ezzati avevano voluto ricevere le loro testimonianze.
Le cause della morte
Escluso nel settembre 2018 dallo stato clericale da papa Francesco, e condannato a vivere una vita di preghiera e penitenza dopo un'indagine canonica, Karadima è deceduto ieri all'Hogar San Juan de Dios di Santiago, dove viveva.
Secondo il suo certificato di decesso, a cui ha avuto accesso l'AFP, è morto per «broncopolmonite, insufficienza renale, diabete ed ipertensione».
Alcuni accusatori risarciti
Si deve ricordare che la giustizia cilena, pur avendo accreditato i molteplici abusi dell'ex religioso, non è intervenuta considerando prescritti nel 2010 i reati presumibilmente commessi.
Ciononostante nel 2019 l'arcidiocesi di Santiago era stata condannata a pagare 150'000 dollari ciascuno ai primi tre accusatori per «danni morali».
Più di 200 membri della chiesa coinvolti
Secondo i dati ufficiali, fino al 2019 più di 200 membri della Chiesa cilena sono o sono stati indagati per circa 150 casi di violenza sessuale. Sono state identificate più di 240 vittime, tra cui 123 minori.
Nel 2011 la Chiesa cattolica cilena ha chiesto perdono per tutte le aggressioni sessuali su minori commesse dal clero e per la sua mancata reazione. Dopo questi scandali la Chiesa, una volta molto potente in Cile, ha perso la sua influenza.