Variante Covid Omicron fa un po' meno paura, EMA e Israele: «Terza dose efficace»

SDA

30.11.2021 - 21:19

Immagine d'illustrazione
Immagine d'illustrazione
KEYSTONE/AP/Matt Rourke

La buona notizia che mette un freno ai timori incontrollati per la variante Omicron arriva dal Paese-pilota nella lotta al Covid, Israele: «I primi dati mostrano che con tre dosi di vaccino Pfizer si è protetti dalla variante Omicron».

Sono le parole del ministro della sanità Nitzan Horowitz che ha spiegato: «La situazione è sotto controllo e non c'è motivo di panico. Ci aspettavamo una nuova variante e siamo pronti. Nei prossimi giorni avremo informazioni più precise sull'efficacia del vaccino, ma le prime indicazioni mostrano che coloro che hanno un richiamo sono molto probabilmente protetti contro questa variante».

Affermazioni che hanno il potere di rasserenare dopo cinque giorni in cui il mondo ha tremato davanti all'ipotesi che la variante con 32 mutazioni isolata in Sudafrica, e definita subito come variante 'di preoccupazione' dall'Oms, potesse decretare l'inutilità dei vaccini anti-Covid.

Prima ancora che dall'altra sponda del Mediterraneo arrivasse la posizione di Israele, è stata la direttrice esecutiva dell'Agenzia europea del farmaco (EMA) Emer Cooke, a calmare le acque sull'efficacia degli immunizzanti: «I vaccini autorizzati sono efficaci e continuano a salvare le persone da forme gravi e dalla morte. Anche se la nuova variante si diffonderà di più, i vaccini che abbiamo continueranno a garantire protezione».

E ha insistito sulla necessità di fare i richiami. Nel mentre l'Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, ha rilevato 42 casi della variante Omicron finora registrati nell'Ue.

Meno rassicurante Moderna

Meno rassicurante invece è stato l'amministratore delegato della casa farmaceutica Moderna Stéphane Bancel, che in un'intervista ha affermato di prevedere un «calo sostanziale» dell'efficacia degli attuali vaccini contro la variante Omicron, mentre serviranno dei mesi per mettere a punto nuovi vaccini efficaci.

«Penso che in nessun modo l'efficacia possa essere la stessa che abbiamo avuto con la Delta», ha rincarato. Per Bancel insomma sarebbe prevedibile «un calo sostanziale» dell'efficacia dei vecchi vaccini: «non so dire di quanto perché dobbiamo aspettare i dati. Ma tutti gli scienziati con cui ho parlato dicono che non sarà buono».

Dichiarazioni che hanno sollevato un'alzata di scudi da parte degli esperti che considerano fuori luogo affermazioni che non si basino su dati certi. «Premature e fuorvianti in questo momento», ha bocciato le parole di Bancel il microbiologo Antonio Cassone, membro dell'American Accademy of Microbiology, ed ex direttore di Malattie infettive dell'Istituto superiore di sanità.

«Sarà possibile fare chiarezza quando ci saranno i dati di ricerche e osservazioni cliniche – ha spiegato – questi dati mancano. Sappiamo già che questi vaccini non proteggono sufficientemente dall'infezione ma proteggono dalla malattia ed è probabile – ha continuato – che le persone pienamente vaccinate, inclusa la terza dose appena possibile per tutti, saranno sufficientemente protette dalla malattia».

Insomma per Cassone dichiarazioni di questo tenore «scombussolano soltanto le persone».

«Il virus non è cambiato totalmente»

Sulla stessa linea Roberto Cauda, infettivologo del Policlinico Gemelli di Roma, che ha aggiunto un ulteriore dettaglio: «Il virus non è cambiato totalmente, tanto da impedire ai vaccini di funzionare. Il vaccino stimola il sistema immunitario, con la terza dose si ha una risposta immunitaria superiore, più ampia, e si potrebbe ottenere un effetto trascinamento inducendo il sistema immunitario ad allertarsi anche contro la variante Omicron».

Secondo l'Istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, «i dati epidemiologici mostrati non sono al momento in grado di suggerire o confermare un possibile aumento di infezioni tra le persone vaccinate».

«È, dunque, possibile che i vaccini attualmente in uso mantengano la loro capacità di protezione contro la malattia grave anche in presenza della nuova variante», sottolinea lo Spallanzani al termine di una teleconferenza tra la task force per lo studio delle varianti dell'Istituto e i colleghi del NICD (Istituto Nazionale delle Malattie Infettive del Sud Africa) durante la quale si è discussa la situazione epidemiologica attuale.

42 casi della variante Omicron finora registrati nell'Ue

Intanto l'Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, ha rilevato 42 casi della variante Omicron finora registrati nell'Ue mentre sono in corso accertamenti su altri sei possibili contagi sospetti. Tutti i casi confermati fino ad oggi mostrano sintomi di malattia lieve o sono asintomatici.

E se lo scenario fosse confermato: una maggiore contagiosità ma una sintomatologia lieve e non grave grazie alla protezione vaccinale paradossalmente, spiega il matematico Giovanni Sebastiani, dell'Istituto per le Applicazioni del Calcolo 'M.Picone', del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) «la sua diffusione controllata, con protezione delle categorie fragili a rischio, potrebbe rivelarsi per noi positiva, almeno a livello teorico generale».