Sei animali in tre anniEcco cosa si cela dietro la morte degli elefanti negli zoo svizzeri
red
21.12.2023
Dal 2020 sono morti negli zoo svizzeri almeno sei elefanti, a causa dell'herpes, della tubercolosi o addirittura nel ventre della madre. Un esperto spiega le circostanze dei decessi.
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21.12.2023, 16:43
31.01.2024, 13:06
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Hai fretta? blue News riassume per te
Negli ultimi tre anni a Basilea e Zurigo sono morti sei elefanti.
Un esperto ritiene che allevare ancora i pachidermi sia comunque in linea coi tempi.
Gli animali vivrebbero in cattività quasi quanto in natura.
I farmaci per gli elefanti sono complicati e talvolta mancano i vaccini.
Negli ultimi anni lo zoo di Zurigo non ha avuto fortuna con i suoi elefanti. Nel 2020 due cuccioli dell'animale sono morti subito dopo la nascita e nel 2022 un virus dell’herpes ha ucciso tre esemplari. Mentre quest'anno lo zoo di Basilea ha dovuto sopprimere l'elefante maschio Tusker a causa della tubercolosi.
Sono gli zoo quindi a uccidere i pachidermi? «Anche se sembra un aumento della mortalità, nel complesso è abbastanza normale», rassicura Arne Lawrenz, direttore dello zoo di Wuppertal e responsabile dell'allevamento di elefanti africani in Europa, al «Tages-Anzeiger». «I nostri elefanti allo zoo ora hanno un’aspettativa di vita simile a quella in natura».
I pachidermi sono «animali carismatici e la morte di ogni elefante riceve un’attenzione speciale», afferma Lawrenz. Contro il virus dell’herpes, ad esempio, non esiste un vaccino, «anche se stiamo conducendo ricerche approfondite su questo argomento in tutto il mondo».
Il problema con la tubercolosi è che «non è possibile eseguire radiografie del torace o dell’addome». Inoltre il trattamento con antibiotici dal sapore amaro è difficile.
Errori nel passato
«Nemmeno le supposte funzionano perché gli elefanti defecano una volta ogni ora», spiega Lawrenz. «Alla fine, abbiamo sviluppato un metodo in cui abbiamo pompato per un anno un liquido gelatinoso contenente antibiotici nel retto degli elefanti e controllato ogni giorno la concentrazione del farmaco nel sangue».
Sfortunatamente è possibile che Tusker abbia infettato altri animali con la tubercolosi. L’esperto sa che la malattia si sviluppa «in modo estremamente lento e insidioso»: «Bisogna cercare ripetutamente gli agenti patogeni utilizzando campioni di lavaggio del tronco».
C'è però da sottolineare che il modo in cui gli esemplari vengono tenuti negli zoo è ancora in linea coi tempi, afferma Lawrenz. «Ma sicuramente abbiamo commesso degli errori in passato», ammette.