Guarire e ammalarsi ancora Ecco perché le reinfezioni da Covid sono in aumento

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9.4.2022

Un collaboratore di laboratorio elabora campioni di Covid all'aeroporto di Zurigo.
Un collaboratore di laboratorio elabora campioni di Covid all'aeroporto di Zurigo.
Keystone

Chiunque sia stato infettato dal Covid potrebbe pensare di poter stare tranquillo per un bel po'. Ma non è affatto così. Soprattutto con Omicron, ossia la variante attualmente predominante anche in Svizzera, cresce infatti il rischio di una reinfezione.

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Non solo le persone non vaccinate vengono infettate dal Covid. A causa della diffusione della variante Omicron, sempre più persone sia guarite che vaccinate vengono colpite dal virus.

Una panoramica sui vari motivi per cui non si può pensare di essere al sicuro anche dopo aver contratto il Covid.

È possibile venire infettati dal Covid più volte?

L'infezione multipla con il Covid, così come contrarre la malattia dopo la vaccinazione, è possibile. Per la Svizzera non ci sono dati attuali al riguardo, ma in un rapporto di fine marzo l'Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito (UKHSA) affermava che oltre 804.000 nuove infezioni da Covid erano state registrate da inizio pandemia nella maggior parte dell'Inghilterra, con i suoi quasi 56 milioni di abitanti.

Per reinfezione si intende quando una persona risulta positiva due volte al test Covid a più di 90 giorni di distanza.

Sono state registrate circa 51.000 reinfezioni solo nella 12esima settimana, cioè tra il 21 e il 27 marzo 2022 quando la variante Omicron era già dominante. L'HSA immagina inoltre un alto numero di casi non segnalati. A metà marzo, l'autorità aveva già annunciato che nel paese erano state rilevate 7.640 infezioni triple e 62 persone erano già state infettate addirittura quattro volte.

Perché ci si reinfetta?

Secondo gli esperti, per avere una buona protezione immunitaria contro il Covid sono necessari tre contatti con la proteina spike del virus. In altre parole, una persona dovrebbe essere guarita e aver ricevuto due dosi di vaccino, essere vaccinata due volte e poi aver contratto l'infezione o ancora aver ricevuto una tripla vaccinazione.

In questi tre diversi casi, i livelli di anticorpi nei partecipanti allo studio erano simili, come ha spiegato in uno studio un team di scienziati guidato da Ulrike Protzer dell'Università Tecnica di Monaco (TUM).

Quanto sia effettivamente buona la protezione immunitaria dipende però non solo dal numero di anticorpi, ma anche dalla loro qualità, vale a dire da quanto bene riescano ad attaccarsi al virus per renderlo innocuo. Ma anche con una buona risposta immunitaria, che comunque diminuisce anche dopo un'infezione, così come dopo una vaccinazione, un'infezione è ancora possibile.

Non da ultima, la possibilità di reinfettarsi dipende anche da fattori personali come l'età, le condizioni preesistenti, lo stato immunitario o quello delle vaccinazioni.

Secondo i risultati di studi precedenti, la qualità della risposta immunitaria dipende anche molto da quanto gravemente ci si è ammalati alla prima infezione. Chiunque abbia presentato solo sintomi lievi o quasi assenti ha chiaramente meno anticorpi, che si degradano anche più velocemente.

Quanto è grande il rischio di una nuova infezione?

Secondo uno studio danese pubblicato a metà marzo sulla rivista «The Lancet», la maggior parte delle persone colpite sono protette da una nuova infezione per almeno sei mesi dopo essere guarite dal Covid.

Per le persone di età superiore ai 65 anni, tuttavia, questo vale in misura minore. Gli autori dello studio hanno calcolato che le persone fino a quell'età avevano una protezione dell'80% contro la reinfezione. Per quelli di età pari o superiore a 65 anni, il tasso di protezione scendeva al 47%.

«Il nostro studio conferma ciò che alcuni sembravano già suggerire: la reinfezione da Covid è rara nelle persone giovani e sane», ha detto il co-autore dello studio Steen Ethelberg a proposito dei risultati. «Ma i più anziani hanno un rischio maggiore di riammalarsi».

Lo scienziato si appella quindi ai politici, affinché continuino a prestare particolare attenzione alla protezione delle persone anziane o particolarmente a rischio.

Quanto è grande il rischio per i bambini?

I risultati di questa ricerca possono essere integrati da un ulteriore studio dell'UKHSA, che è stato pubblicato sulla rivista «The Lancet Child & Adolescent Health», stando al quale i bambini e gli adolescenti hanno un rischio basso di reinfezione.

Questo è dello 0,73% per gli adulti, dello 0,49% per i giovani dai 12 ai 16 anni, dello 0,24% per i bambini tra i 5 e gli 11 anni e solo dello 0,18% per i bambini sotto i 5 anni di età.

Ma in caso di reinfezione nei bambini e negli adolescenti, queste sono state raramente associate a gravi decorsi o a decessi. Ma bisogna sottolineare che al momento dello studio Omicron non era ancora stata presa in considerazione: secondo la situazione attuale, si potrebbe dire che questa variante porti a un aumento dei casi nei bambini e negli adolescenti.

Cosa è cambiato con Omicron?

Con l'avvento delle varie varianti di Omicron, il rischio di reinfezione è aumentato, in quanto i mutanti sono le cosiddette varianti di fuga immunitaria, che non possono più essere rilevate così bene dalle difese del corpo.

«Proprio come i vaccini che si basano sul virus originale non proteggono così bene contro Omicron, anche un'infezione con una variante precedente non è in grado di farlo perfettamente contro questa nuova», ha spiegato Carsten Watzl, segretario generale della Società tedesca di immunologia, l'ARD.

Secondo i dati del Qatar, pubblicati sul «New England Journal of Medicine», l'effetto protettivo dopo essere guariti dal Covid per quanto riguarda una reinfezione con la variante Omicron è sceso a una media del 55,9%. Il valore era del 91,9% per la variante Delta e del 90,3% per la Alpha.

E il decorso della malattia?

Nel caso di Omicron, attualmente predominante, il decorso della malattia è generalmente considerato meno grave rispetto alle varianti precedenti, poiché si diffonde maggiormente nei bronchi e non nei polmoni.

Inoltre, il decorso della malattia dopo una nuova infezione è solitamente più debole, perché il sistema immunitario è meglio attrezzato. Tuttavia, possono esistere eccezioni se l'ultima infezione è stata molto tempo fa o se la malattia è stata accompagnata solo da sintomi deboli o assenti, come è più comune con Omicron.

Quali sono gli altri benefici delle vaccinazioni?

Gli esperti si aspettano una forte ondata di casi con la fine delle misure anti Covid, soprattutto perché si potrebbero verificare delle reinfezioni dovute proprio alla nuova variante Omicron. Ma la vaccinazione può continuare a fornire un'ampia protezione immunitaria.

Ma per le persone non immunizzate, il rischio di contrarre di nuovo il virus dopo un'infezione da Omicron è significativamente maggiore, ha detto l'immunologo Watzl dell'ARD. Tanja Stadler della Task force elvetica, ora sciolta, aveva anche ricordato a marzo che era fondamentale pianificare la seconda vaccinazione di richiamo in anticipo e bene, in particolare per le persone particolarmente vulnerabili.

Secondo vari studi, tuttavia, probabilmente la protezione più forte contro le infezioni e i decorsi gravi è data dalla cosiddetta immunità ibrida, cioè quella maturata insieme sia grazie alla vaccinazione che a un'infezione.