Giustizia Qatargate, Eva Kaili esce dal carcere: «Finalmente con mia figlia»

SDA

14.4.2023 - 21:12

«Mia figlia mi sta aspettando, sono molto felice di stare con lei». Pochi istanti prima di varcare il cancello del suo condominio di Rue Wiertz, Eva Kaili abbassa il finestrino oscurato del taxi nero che dal carcere di Haren l'ha riportata a casa, concede qualche sorriso e poche parole in tono minore ai giornalisti.

L'ex vicepresidente del Parlamento europeo Eva Kaili arriva a casa dopo essere stata rilasciata dal carcere di Haren a Bruxelles, in Belgio, il 14 aprile 2023. Kaili, destituita nel dicembre 2022 per accuse di corruzione, è stata rilasciata dal carcere e trasferita agli arresti domiciliari il 14 aprile.
L'ex vicepresidente del Parlamento europeo Eva Kaili arriva a casa dopo essere stata rilasciata dal carcere di Haren a Bruxelles, in Belgio, il 14 aprile 2023. Kaili, destituita nel dicembre 2022 per accuse di corruzione, è stata rilasciata dal carcere e trasferita agli arresti domiciliari il 14 aprile.
KEYSTONE/EPA/OLIVIER HOSLET

Keystone-SDA

Dedicate ai suoi sentimenti di madre di una bambina di due anni che negli ultimi quattro mesi in cella ha potuto abbracciare soltanto una manciata di volte. E poi di ex vicepresidente del Parlamento europeo accusata di essere tra i protagonisti del Qatargate.

Una «battaglia» giudiziaria che «continuerà con determinazione», assicura parlando in greco. E che, nel Venerdì Santo ortodosso, le accorda per ultima tra gli indagati i domiciliari con obbligo di braccialetto elettronico.

Destituita su due piedi del suo ruolo politico all'emergere dell'inchiesta belga nel dicembre scorso, la politica socialista si è sempre detta innocente ed estranea al presunto giro illecito di denaro internazionale partito da Rabat e Doha, negando ogni legame diretto con il denaro ritrovato nella casa che condivideva con il compagno Francesco Giorgi, braccio destro dell'ex eurodeputato Pier Antonio Panzeri, ritenuto la mente della trama di corruzione e pentitoin cambio di una riduzione della pena a un anno effettivo di detenzione.

Nella casa a pochi passi dall'Eurocamera dove – dopo una lunga detenzione preventiva in cella da più parti criticata come «sproporzionata» – Kaili resterà confinata per almeno i prossimi due mesi con la figlia e senza il compagno, ai domiciliari in un'altra abitazione a poca distanza nel quartiere di Ixelles.

Per tutto questo tempo è stato proprio lui a cercare di scagionarla, assumendosi la piena responsabilità delle valigie piene di denaro contante – per un totale di 750mila euro – ritrovate in casa dalla polizia che, nei momenti immediatamente successivi all'arresto della coppia, aveva fermato – e subito rilasciato – anche il padre di Kaili intento a fuggire con un'altra borsa piena di soldi. Banconote sulle quali però non sarebbero state rinvenute le impronte digitali dell'ex vicepresidente del Pe, una «prova forte» di non colpevolezza per il suo team legale.

Il rilascio della politica ed ex volto noto della tv greca, arrivato dopo l'uscita di prigione anche di Panzeri e dell'eurodeputato Marc Tarabella, chiude il cerchio del carcere preventivo per tutti gli indagati di uno scandalo che sembra via via sgonfiarsi. Ma non quello delle indagini preliminari del giudice Michel Claise.

In un nuovo confronto a Bruxelles, i magistrati belgi e quelli italiani hanno cercato di scavare più a fondo nel ruolo della Equality, la società un tempo a capo di Panzeri, del padre e del fratello di Giorgi e dalla commercialista Monica Rossana Bellini, finita al centro di un'inchiesta autonoma per riciclaggio della procura di Milano.

Gli interrogativi da sciogliere da parte dei magistrati – anche nei confronti dell'opinione pubblica – restano molti. Intanto l'impegno di Kaili è dimostrare che le parole del pentito Panzeri sono, come bollate dal fidato legale Michalis Dimitrakopoulos, «inaffidabili» e «volgari». E prima di rientrare in casa, l'ultima frase ai reporter che la aspettavano è una promessa: «Parleremo presto».