Giustizia Arrestato un sospettato di omicidio a Ginevra, la Francia chiederà l'estradizione

mp

25.9.2024 - 20:05

Immagine illustrativa/foto d'archivio.
Immagine illustrativa/foto d'archivio.
KEYSTONE

La Francia presenterà una richiesta di estradizione alla Svizzera per il giovane marocchino arrestato ieri, martedì, a Ginevra perché sospettato di aver ucciso una studentessa, il cui corpo è stato trovato sepolto nel Bois de Boulogne, un parco di Parigi, sabato scorso. La Francia vuole «farselo consegnare il più rapidamente possibile», ha indicato la procura parigina.

Keystone-SDA, mp

Da ieri, un giudice istruttore è incaricato dell'inchiesta per omicidio e stupro sulla morte della giovane studentessa Philippine, ha dichiarato la procura.

Il cittadino marocchino, di 22 anni, è stato arrestato nel Canton Ginevra «nell'ambito di una misura relativa alla legge sugli stranieri ed è stato successivamente identificato come sospettato di un omicidio commesso a Parigi», ha dichiarato la portavoce dell'Ufficio federale di giustizia (UFG), Ingrid Ryser, all'agenzia Keystone-ATS.

L'UFG ha quindi «ordinato la detenzione in vista di un'estradizione sulla base di una domanda di arresto da parte della Francia». Le autorità francesi hanno ora 18 giorni di tempo per presentare una richiesta formale di estradizione, ha aggiunto la portavoce.

La dinamica dei fatti

La vittima, nata nel 2004, era una studentessa all'Università di Parigi-Dauphine. Il suo corpo è stato trovato sepolto nel Bois de Boulogne, a ovest di Parigi, nel corso di una ricerca effettuata sabato pomeriggio: la sua famiglia ne aveva denunciato la scomparsa.

La studentessa era stata vista per l'ultima volta venerdì all'ora di pranzo all'università, che si trova molto vicino al bosco.

Il sospetto, immigrato clandestino 22enne, era già stato condannato nel 2021 per uno stupro commesso nel 2019 e «rilasciato a fine pena nel giugno 2024», secondo la procura di Parigi.

Secondo una fonte giudiziaria francese, non era stato rilasciato con la condizionale, ma alla fine della pena aveva beneficiato delle riduzioni automatiche che la legge consentiva ancora al momento della condanna.

Non costituiva un «disturbo dell'ordine pubblico»

Era stato liberato il 20 giugno e collocato in un centro di detenzione amministrativa (CRA) a Metz (F), secondo una fonte vicina al caso, e aveva l'obbligo di lasciare il paese. Due giorni prima del suo rilascio, le autorità francesi avevano inoltrato una richiesta di lasciapassare consolare per il Marocco, ma, secondo Rabat, tale domanda non era stata emessa dall'autorità giusta. La Direzione generale degli stranieri in Francia (DGEF) ha infine inviato la richiesta alle autorità marocchine il 18 luglio.

Il 3 settembre, un giudice per le libertà e la detenzione (JLD) ha convalidato il suo rilascio dal CRA, che era stato precedentemente prorogato tre volte. Il magistrato aveva basato la sua decisione sul fatto che «l'interessato non ha presentato domanda di asilo e non si è opposto all'ordine di allontanamento» dalla Francia.

Inoltre, durante la sua permanenza nel CRA, non aveva avuto un comportamento tale da costituire un «disturbo dell'ordine pubblico» da autorizzare una quarta proroga. Infine, le autorità marocchine non avevano risposto alle ripetute richieste della Francia di convalidare il lasciapassare consolare.

Nella lista dei ricercati il giorno prima dell'omicidio

Il provvedimento era accompagnato dall'obbligo di presentarsi regolarmente in commissariato e di risiedere in un hotel nel Dipartimento di Yonne, dove il giovane non si è però mai recato.

All'inizio di settembre il Marocco ha finalmente risposto positivamente alla richiesta di lasciapassare consolare, ma il sospetto era già uscito dal CRA, secondo una fonte vicina al caso.

Il giorno prima dell'omicidio, il 19 settembre, il 22enne era stato inserito nella lista dei ricercati perché non aveva rispettato l'obbligo di presentarsi in polizia.

Questo «è un crimine abominevole»

Sulla vicenda, che ha creato molto scalpore in Francia, oggi è intervenuto anche il neo ministro francese della giustizia, Bruno Retailleau, il quale ha promesso di sviluppare «l'arsenale giuridico». Questo «è un crimine abominevole», ha scritto il ministro in una nota.

La destra, ma anche alcuni esponenti della sinistra, hanno subito denunciato il fatto che l'omicida è una persona che avrebbe già dovuto lasciare il paese e che la giustizia e l'amministrazione pubblica sono troppo lente.

In effetti, scrive l'agenzia AFP, il tasso di esecuzione degli ordini di allontanamento (i cosiddetti OQTF, Obligation de quitter le territoire français) in Francia è il più basso dell'Unione europea: circa il 7% rispetto a quasi il 30% a livello comunitario.