CondannataGermania, una donna in ospedale spegne il respiratore della vicina perché non riesce a dormire
sda/tgab
29.9.2023
In un ospedale in Germania, una donna di 73 anni ha spento più volte la macchina dell'ossigeno della sua compagna di stanza perché emetteva un allarme che le impediva di dormire. È stata condannata a tre anni di carcere per tentato omicidio colposo.
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29.09.2023, 19:55
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Una donna tedesca di 73 anni è stata condannata a tre anni di carcere per tentato omicidio colposo nei confronti della sua compagna di stanza in ospedale.
Il motivo: ha spento la macchina per l'ossigeno della paziente in camera con lei perché il suono la disturbava.
Anche dopo che i medici le hanno fatto notare che la compagna di stanza si trovava in pericolo di vita, la 73enne ha spento di nuovo l'apparecchio.
Il tribunale regionale di Mannheim ha condannato una donna di 73 anni a tre anni di carcere per tentato omicidio colposo nei confronti di una paziente affetta dal Covid.
Secondo i giudici, lo scorso novembre la donna ha spento il respiratore di un'anziana che si trovava in camera con lei in ospedale, come si legge nel verdetto emesso giovedì sera. Il motivo: il suono dell'allarme del macchinario la disturbava.
L'anziana dipendeva da un dispositivo per l'ossigeno a causa di una grave infezione da Covid. Dopo che quest'ultima si era tolta più volte la maschera facciale facendo partire l'allarme e il personale infermieristico era arrivato in camera a spegnerlo, la 73enne ha spento il respiratore per evitare ulteriori disturbi.
Durante i giri delle camere il personale del reparto ha notato il dispositivo spento. La 73enne ha ammesso ai medici di averlo disattivato in modo da poter dormire. Secondo il tribunale, la donna è stata allora messa al corrente del fatto che la vita della compagna di stanza fosse in pericolo.
Spento una seconda volta nonostante i rimproveri
La 73enne ha però spento nuovamente la macchina per l'ossigeno. Pur avendo notato che questo provocava un notevole disturbo respiratorio nella compagna di camera, non ha riacceso l'apparecchio né ha chiamato il personale.
Intorno alle 21.25 ci si è accorti che il dispositivo era spento: a quel punto l'anziana non rispondeva più e ha dovuto essere trasferita nel reparto di terapia intensiva. Circa due settimane e mezzo dopo è morta a causa di un'insufficienza multiorgano.
Secondo il tribunale, lo spegnimento della macchina per l'ossigeno non è stato la causa del decesso. La 73enne era stata accusata di tentato omicidio, ma nel corso del processo quest'accusa è stata ritirata.