Scontro con l'Italia La giustizia britannica ha deciso: sabato si consuma il destino di Indi

SDA / red

10.11.2023 - 21:17

Indi Gregory è nata con una malattia mitocondriale incurabile.
Indi Gregory è nata con una malattia mitocondriale incurabile.
Gofundme

Il distacco delle macchine che tengono in vita la piccola Indi Gregory avverrà già sabato e la bambina verrà trasferita in un hospice. Lo rende noto chi in Italia sta seguendo gli sviluppi della vicenda, in contatto con i legali inglesi e la famiglia Gregory.

Keystone-SDA, SDA / red

Nell'udienza di venerdì giudici inglesi avevano fissato come termine per il distacco dei dispositivi vitali lunedì 13 novembre, ma successivamente è stato precisato dai legali della famiglia che l'interpretazione corretta della sentenza indica che il distacco verrà effettuato il prima possibile, già sabato.

Si sono ridotte così al lumicino le residue speranze della famiglia della bimba inglese di 8 mesi – affetta da una gravissima patologia mitocondriale che i medici del Queen's Medical Centre di Nottingham e i giudici britannici considerano irrimediabile – alla quale verranno staccati i supporti vitali nonostante l'irriducibile opposizione dei suoi genitori e la battaglia legale sostenuta dall'Italia per un trasferimento all'ospedale Bambino Gesù di Roma.

Una battaglia che il governo della premier italiana Giorgia Meloni ha sposato in pieno: non limitandosi a concedere la cittadinanza d'urgenza a Indi, ma intraprendendo tutta una serie di passi successivi.

Fino all'appello formale lanciato giovedì da Meloni in persona, e reso noto oggi, con una lettera al ministro della Giustizia e Lord Cancelliere della compagine Tory di Rishi Sunak, in cui si chiede apertamente un intervento politico di moral suasion per «sensibilizzare le autorità giudiziarie» dell'isola e permettere di trasferire la bebè dalla Gran Bretagna all'Italia «in nome della Convenzione dell'Aia del 1996».

«Nello spirito «di collaborazione che da sempre contraddistingue i due Paesi» e «in tempo utile perché Indi possa accedere» al protocollo terapeutico offerto dall'ospedale Bambino Gesù.

L'addio della bimba avverrà in un hospice

Appello che potrebbe ancora modificare il corso delle cose, laddove l'esecutivo britannico fosse in grado di accoglierlo. E che tuttavia deve fare i conti con la fermezza e i tempi stretti fissati dalla giustizia d'oltre Manica dopo l'ultima frenetica giornata d'attesa in tribunale.

Segnata questa volta dalla pronuncia della Corte d'appello, che ha avallato la decisione del giudice dell'Alta Corte di Londra Robert Peel di dare il via libera ai medici di Nottingham a staccare la spina dei macchinari vitali, indicando un nuovo termine per lunedì 13.

Il verdetto non ha aperto alcuno spiraglio al ricorso dei genitori, nemmeno per ottenere il permesso di portare a casa la figlioletta per il fine vita, insistendo al contrario nell'indicare un hospice come il luogo più adatto.

Mentre ha liquidato come non in linea «con lo spirito della Convenzione dell'Aia» le istanze italiane per un passaggio spontaneo della giurisdizione alla Penisola, rivendicando alle corti del Regno il diritto di essere nelle condizione migliore per valutare la vicenda «nell'interesse superiore» della piccola.