Clima Greta Thunberg: «Non mi manipola nessuno»

pab

6.8.2019

Greta Thunberg (foto d'archivio)
Greta Thunberg (foto d'archivio)
KEYSTONE/EPA/FACUNDO ARRIZABALAGA

Nella lunga intervista video concessa alla RTS la militante per il clima non ha parlato solo della causa per cui si batte ma anche delle sue speranze e della sua malattia.

A chi la ritiene manipolata perché giovane Greta Thunberg ha risposto: «È solo strano, perché qualcuno a 16 anni è quasi adulto. (…) È poi un po' triste vedere queste persone che, quando indico il fuoco dicendo che dobbiamo agire, guardano me e non le fiamme».

A pochi giorni dalla sua partenza per gli Stati Uniti la svedese ha affermato di non aspettarsi nulla da un incontro con Donald Trump: «Non penso che gli parlerò direttamente. Non ho granché da dirgli se non ascolta gli esperti e le persone educate. Cercherò invece d'influenzare la popolazione in maniera che faccia più pressione».

Ideologie dietro al movimento?

La giovane ha anche detto che la destra può marciare con il suo movimento, così come lo può fare la sinsitra o i partiti ecologisti: «Non faccio altro che comunicare e agire in funzione delle migliori informazioni scientifiche e non vedo perché ciò dovrebbe fare riferimento a delle ideologie».

L'attivita inoltre crede che l'economia liberale possa contribuire a un cambiamento favorevole del clima. Incalzata sul ruolo della finanza e delle imprese ha precisato: «Certo che possono, dovrebbero farlo visto che hanno una grande responsabilità. Certo ci vogliono soldi per agire. C'è molto denaro in giro, quindi sì».

Un premio Nobel in vista?

Greta Thunberg pensa che l'incontro a Losanna possa significare l'estensione del movimento «Fridays for future». Ha in effetti sottolineato il gran numero di paesi rappresentati (37 ndr.) e il fatto che il movimento si stia sviluppando su tutti i continenti: «Spero sia un inizio. E penso che significhi molto avere tutte queste persone da paesi diversi e poter lavorare insieme».

E su un possibile premio Nobel in prospettiva? La giovane ha risposto: «non agisco aspettandomi un premio», ma ha ammesso che «il premio Nobel sarebbe un riconoscimento per tutto il movimento». La svedese in effetti viene spesso citata come una possibile candidata per lo sciopero del clima che ha iniziato e sviluppato nel mondo intero.

La sua malattia

Nella sua intervista alla RTS, la giovane ha anche evocato il percorso intellettuale che l'ha portata alla causa climatica. La depressione a 11 anni ha giocato un ruolo importante, ha affermato, così come l'autismo, che l'ha aiutata a spingersi al di fuori delle piste battute.

A volte presentato come una forma di nuovo puritanismo, il movimento per il clima è «gioioso» ha concluso Greta Thunberg: «anche se la situazione è difficile, siamo degli adolescenti come gli altri, salvo che ci impegniamo per questa causa, e dobbiamo farlo con gioia».

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