I visitatori possono "portarsi a casa" due film di Praesens.
L'esposizione al Museo nazionale di Zurigo ripercorre la storia del cinema svizzero attraverso le produzioni della più vecchia casa cinematografia elvetica Praesens-Film.
I 100 anni di Praesens-Film al Museo nazionale di Zurigo
I visitatori possono "portarsi a casa" due film di Praesens.
L'esposizione al Museo nazionale di Zurigo ripercorre la storia del cinema svizzero attraverso le produzioni della più vecchia casa cinematografia elvetica Praesens-Film.
Il Museo nazionale di Zurigo rende omaggio ai 100 anni di Praesens-Film AG, la più vecchia casa cinematografica elvetica ancora attiva, con la mostra «Close-up. Una storia svizzera del cinema». L'esposizione è visibile da domani fino al 21 aprile.
La casa di produzione è stata creata nel 1924 a Zurigo da Lazar Wechsler, un giovane di origine ebrea proveniente dalla Polonia russa, e da Walter Mittelholzer, imprenditore nel campo dei media, pioniere dell'aviazione nonché futuro cofondatore di Swissair. A loro si aggiunge Amalie Wechsler, moglie di Lazar.
Benché Wechsler si fosse diplomato come ingegnere civile al Politecnico federale di Zurigo nel 1919, non lavorò mai in questo campo.
Specchio dei tempi
L'esposizione al Museo nazionale di Zurigo, organizzata in collaborazione con la Cinémathèque suisse, da cui provengono la metà degli oggetti esposti, ripercorre i 100 anni di storia della Praesens-Film e di come i film da essa prodotti siano stati uno specchio della società di allora, ha detto in conferenza stampa la direttrice del Museo nazionale, la ticinese Denise Tonella.
L'allestimento, composto da fotografie, documenti, oggetti e estratti video, segue un ordine cronologico, partendo dagli inizi dell'azienda e dai suoi film pubblicitari, che divennero presto un'esclusiva: la Praesens-Film forniva gli spot a un centinaio di cinema, hanno spiegato i curatori della mostra Aaron Estermann e Rahel Grunder durante la visita odierna organizzata per la stampa.
Temi controversi
Praesens-Film si è confrontata con numerosi temi controversi dell'epoca, fra questi l'aborto. La seconda sala è dedicata al film, per metà documentario e per metà di finzione, «Miseria e felicità delle donne» (1930) del regista sovietico Sergei M. Eisenstein, che Wechsler portò in Svizzera per trattare questo tema delicato.
Si tratta di un film su commissione, sostenuto dal dipartimento della sanità di Zurigo e dalla Clinica ginecologica universitaria, è stato spiegato durante la visita. La pellicola riscosse un grande successo internazionale ma a causa del tema controverso le proiezioni venivano spesso vietate.
Le stime dicono che attorno agli anni '30 venivano praticati tra i 60'000 e gli 80'000 aborti illegali.
Film politici
«Prima dello scoppio della Seconda guerra mondiale Lazar Wechsler e i suoi collaboratori si misero al servizio della Difesa spirituale del Paese», si legge in una nota odierna. In questo quadro veniva richiesto che i media e l'arte evidenziassero l'identità propria alla Svizzera, spiegano i curatori.
«Il fuciliere Wipf» (1938) è il primo film di questo periodo, seguito tre anni dopo da «Gilberte de Courgenay», entrambi del regista Richard Schweizer. Quest'ultima pellicola, ritratto romanzato dell'occupazione delle frontiere da parte dell'esercito durante la Prima guerra mondiale, fece della sua protagonista Anne-Marie Blanc la prima star del cinema elvetico.
«Quando nel 1943 cominciò a profilarsi la vittoria degli Alleati, la Praesens-Film iniziò a occuparsi dell'operato delle istituzioni umanitarie», prosegue la nota. Questo tema viene trattato in «Maria Luisa» di Leopold Lindtberg, il cui successo internazionale culmina nell'ottenimento del primo Oscar per la miglior sceneggiatura originale ad un film non in lingua inglese.
Nel 1945 esce «L'ultima speranza» pellicola sulla politica svizzera nei confronti dei rifugiati. Nonostante le difficoltà di produzione visto il tema delicato, a cui i politici si oppongono, il film «riesce a mettere in buona luce in ambito internazionale la politica restrittiva Svizzera», si legge su una delle pareti della mostra.
Il film è un successo internazionale, elogiato anche dalla stampa americana e definito dal New York Times uno dei dieci miglior film del 1946. Il regista Leopold Lindtberg, il più produttivo di Praesens-Film, nello stesso anno riceve il Premio della pace al Festival di Cannes.
Dopoguerra, film d'intrattenimento
Nel dopoguerra il pubblico ha voglia di guardare film d'intrattenimento che non abbiano a che fare con temi politici. È in questi anni che escono due film di «Heidi», promuovendo una nuova visione della Svizzera e l'idillio della montagna. «Heidi torna a casa» (1955) del regista Franz Schnyder è il primo film svizzero a colori.
In questo periodo si fa fronte ad un aumento dei costi di produzione, che i film d'intrattenimento non riescono a coprire. Inizia così il declino di Praesens-Film. «Nel 1972, scoraggiato dalla morte della moglie Amalie, Lazar Wechsler diede disposizioni perché parte degli archivi della società fosse distrutta», prosegue la nota. La direzione della casa cinematografica passò ai fratelli Martin e Peter Hellstern che si occuparono solo della distribuzione di film. Wechsler muore a 81 anni nel 1985. Dal 2009 Praesens-Film si occupa nuovamente di coproduzione.
La mostra termina con una postazione in cui i visitatori possono staccare due biglietti, fatti a mo' di quelli classici del cinema, per poter guardare a casa due film di Praesens, in collaborazione con la piattaforma di streaming cinefile.ch e con «filmo»: «L'ultima speranza» e «Heidi».
Praesens-Film alle Giornate di Soletta
Anche le Giornate di Soletta, che si apriranno mercoledì, rendono omaggio al secolo di Praesens-Film nella sezione «Histoires du cinéma suisse».
È prevista la proiezione di cinque film, fra questi si cita «The Village», proiettato per la prima volta a Cannes negli anni '50 e la cui versione digitale verrà presentata in anteprima svizzera.