Il Concorde della strada: al di là del suo aspetto avanguardista, la carrozzeria della Citroën SM presenta un coefficiente di resistenza molto vantaggioso.
Un vero e proprio bolide: il modello francese può raggiungere una velocità di 220 km/h.
Opere d'arte sotto il vetro: i fari anteriori posti dietro la parete in vetro sembrano essere esposti in una vetrina.
Il motore, di una cilindrata di 2,7 litri e di una potenza di 125 kW/170 ch, è di marca Maserati.
Il famoso «freno a fungo»: una valvola posta dietro la pera in caucciù sostituisce il classico pedale del freno.
Una carriera di breve durata: dal 1970 al 1975, Citroën ha costruito solo 12'920 esemplari della SM.
Veduta interna della prima edizione del modello avanguardista francese: il volante a un solo braccio vale da solo il colpo d'occhio.
Una forma allungata: la parte posteriore della Citroën SM è molto più stretta della parte anteriore.
Proiettata verso il futuro: la Citroën SM ha ancora oggi un'aria futurista, mentre mezzo secolo fa aveva verosimilmente un aspetto da vascello spaziale appena sbarcato sulla terra.
Il Concorde della strada: la Citroën SM è sempre unica
Il Concorde della strada: al di là del suo aspetto avanguardista, la carrozzeria della Citroën SM presenta un coefficiente di resistenza molto vantaggioso.
Un vero e proprio bolide: il modello francese può raggiungere una velocità di 220 km/h.
Opere d'arte sotto il vetro: i fari anteriori posti dietro la parete in vetro sembrano essere esposti in una vetrina.
Il motore, di una cilindrata di 2,7 litri e di una potenza di 125 kW/170 ch, è di marca Maserati.
Il famoso «freno a fungo»: una valvola posta dietro la pera in caucciù sostituisce il classico pedale del freno.
Una carriera di breve durata: dal 1970 al 1975, Citroën ha costruito solo 12'920 esemplari della SM.
Veduta interna della prima edizione del modello avanguardista francese: il volante a un solo braccio vale da solo il colpo d'occhio.
Una forma allungata: la parte posteriore della Citroën SM è molto più stretta della parte anteriore.
Proiettata verso il futuro: la Citroën SM ha ancora oggi un'aria futurista, mentre mezzo secolo fa aveva verosimilmente un aspetto da vascello spaziale appena sbarcato sulla terra.
La Citroën SM è entrata nella storia sotto il nome di «Sua Maestà». Il regno di quello che è stato probabilmente il più bel veicolo del mondo è però stato breve. Ma questa vettura, un mix tra auto sportiva e berlina, è ancora oggi unica nel suo genere.
Il mondo vive una nuova partenza: negli anni 1970, nessun obiettivo sembra inaccessibile. Gli statunitensi volano verso la Luna, il Concorde va e viene attraverso l’Atlantico e i Trans-Europ-Express riducono le distanze sui binari.
In questa atmosfera, anche gli ingegneri di Citroën tentano una nuova partenza. In piena lotta per raggiungere le vette e la consacrazione, animati da un desiderio ardente di mettere a punto un modello sportivo faro, presentano nella primavera del 1970 la SM, un’auto che sembra sbarcare da un altro pianeta.
Il futuro disegnato da un architetto
La SM è stata concepita dal designer Robert Opron, che in realtà ha una formazione da architetto – con linee spettacolari, una silhouette che fila come il vento e sei fari anteriori nascosti dietro una parete di vetro. Con il suo motore acquistato da Maserati, la coupé di lusso di circa 4,90 metri di lunghezza si fionda direttamente in testa alle classifiche e diventa l’auto più elegante e più avanguardista che il mercato dei bolidi francesi abbia prodotto fino a questo momento: i fan aggirano l’abbreviazione ufficiale, che corrisponde a System Maserati o Sport Maserati secondo la fonte, per soprannominarla «Sua Maestà».
Il progetto della SM risale ai primi anni 1960, all’inizio dell’innovazione tecnologica: Citroën ricerca infatti una proposta avanguardista per una clientela d’alta gamma. E all’epoca, i francesi discutono già con Maserati, perché non hanno motori a sei cilindri.
I pochi anni che passano prima della concretizzazione non riescono a minare l'attuazione del progetto. Citroën è ormai l’azionista maggioritario del marchio da sogno italiano allora in crisi e nulla si oppone alla «donazione di organi», come spiega Volker Hammes, esperto della SM con sede a Kaarst.
Il Concorde della strada
Il Concorde della strada riceve dunque il semaforo verde e prende d’assalto le autostrade: i piloti collaudatori sono in estasi. Dettagli quali la direzione assistita sensibile alla velocità che si ristabilisce anche alla frenata e il telaio idraulico dotato di una sospensione ultra-confortevole impressionano gli osservatori.
Anche la Porsche 911 tedesca impallidisce davanti alla finezza, l’avanguardismo e il lusso che propongono i francesi. Quanto al prezzo, concede Volker Hammes, la SM è più costosa della 911. «Ma non fa niente», osserva il collezionista.
In effetti, anche se le performance si attestavano a livelli simili, la SM si confrontava, sul terreno del confort e del lusso, a una marca di Stoccarda: Mercedes. «La SM era per i francesi quello che la Classe S era per i tedeschi», spiega Volker Hammes: «Il meglio di ciò che l’industria automobilistica nazionale aveva da offrire.»
La larghezza della parte anteriore, che supera di 20 centimetri la parte posteriore, è quantomeno insolita. Allo stesso tempo, la frenata richiede un certo tempo di adattamento, perché la SM sostituisce il pedale con una sorta di pera in caucciù – cosa che non facilita il dosaggio.
Ma è meglio cominciare con calma e lasciare che lo sguardo si posi su una postazione di guida senza uguali. Il volante già da solo vale il colpo d’occhio, mentre gli strumenti ovali della postazione di guida con rivestimenti in cuoio sono una meraviglia per gli occhi. Lo sguardo è anche attirato dal cambio filiforme nel suo scrigno. Senza parlare della radio tra i sedili.
Più si guida al volante della SM, più la grande sportiva francese evoca un’impressione di maestà. E in più si comprende la sensazione di «Gran Turismo» che faceva impazzire i clienti dell’epoca. La rapidità di un veicolo sportivo, con il confort di una berlina: una combinazione unica nel suo genere.
Un avvenire di breve durata e modelli da collezione costosi
La SM ha conosciuto un’ascesa tanto folgorante quanto breve. In effetti, il volo a grande altezza è durato solo fino al 1975, come riporta Christopher Rux, direttore della stampa e delle relazioni pubbliche di Citroën in Germania. Esistono molteplici ragioni per cui ciò è avvenuto. L’avvento della crisi petrolifera costituisce forse uno di questi motivi, così come l’acquisto da parte di Peugeot e la vendita di alcune parti di Maserati a De Tomaso.
D’altronde, la limitazione della velocità sulle autostrade francesi a 130 km/h, entrata in vigore nel 1974, non ha certamente giovato al bolide. Per questi motivi, sono stati costruiti soltanto 12'920 esemplari – e le ultime carrozzerie grezze sono addirittura state rottamate per mancanza di richieste.
Per guidare oggi una SM ben tenuta, bisogna generalmente disporre di somme a cinque cifre, a volte anche di più, in casi estremi. E ciò richiede anche una certa abilità. «Anche se la situazione sul fronte dei pezzi di ricambio è ben lontana dall’essere negativa», spiega Volker Hammes, precisando che il club organizza la riproduzione di componenti essenziali del veicolo. «Ma coloro che non sanno ripararsi da soli il loro veicolo dovranno rompere il salvadanaio, soprattutto per un restauro».
Per «Sua Maestà» questo sforzo vale di certo la pena. Non è soltanto questione dell’aspetto finanziario, perché secondo Volker Hammes, i prezzi dovrebbero piuttosto aumentare che abbassarsi in futuro. È soprattutto l’esperienza di guida unica che va presa in considerazione. Mentre il vero Concorde è da molto tempo fuori servizio, la SM continua a sfrecciare sulle strade.
Tornare alla home page