In visita Il Papa a Kinshasa: «Giù le mani dall'Africa»

SDA

31.1.2023 - 20:14

Grande folla per il Papa lungo il Boulevard Lumumba, che collega l'aeroporto al centro di Kinshasa.
Grande folla per il Papa lungo il Boulevard Lumumba, che collega l'aeroporto al centro di Kinshasa.
Keystone

«Giù le mani dall'Africa», basta con lo sfruttamento delle risorse naturali, dell'ambiente, ma soprattutto occorre fermare il «colonialismo economico». È il grido di Papa Francesco, arrivato oggi a Kinshasa, nella Repubblica democratica del Congo.

31.1.2023 - 20:14

Perché tante delle violenze che insanguinano questa terra da decenni sono legate anche alla gestione delle risorse naturali, dai diamanti al coltan per i telefonini, che finiscono per essere risorse «insanguinate».

Il Papa, nel discorso alle autorità a Kinshasa, ha parlato anche del «genocidio dimenticato che sta subendo la Repubblica democratica del Congo».

Il Presidente Félix Antoine Tshilombo Tshisekedi aveva precedentemente parlato di «terrorismo al servizio degli stranieri», soprattutto nell'est del paese, e aveva sottolineato che questo si consuma nel «silenzio della comunità internazionale».

Il viaggio era stato rinviato

Il Papa aspettava da mesi questo viaggio che aveva dovuto rinviare a causa dei problemi al ginocchio. E lo aspettava soprattutto la gente che all'arrivo di Francesco si è riversata nelle strade. Il Boulevard Lumumba, i venti chilometri di arteria che collega l'aeroporto al centro della megalopoli africana, è diventato un tappeto di gente.

D'altronde qui un Papa non veniva da 38 anni e il paese si chiamava ancora Zaire. Una gioia incontenibile per una popolazione che per oltre il 90% è cristiana, tra cattolici (la metà dei cento milioni di congolesi), protestanti e pentecostali.

«Una terra bella, vasta e rigogliosa depredata»

«Giù le mani dalla Repubblica democratica del Congo, giù le mani dall'Africa! Basta soffocare l'Africa: non è una miniera da sfruttare o un suolo da saccheggiare».

Il Papa parla di «una terra così bella, vasta e rigogliosa» ma «ampiamente depredata» e che «non riesce a beneficiare a sufficienza delle sue immense risorse: si è giunti al paradosso che i frutti della sua terra lo rendono 'straniero' ai suoi abitanti. Il veleno dell'avidità ha reso i suoi diamanti insanguinati».

Francesco va avanti a fatica, interrotto da tanti applausi, nel suo primo discorso in Congo, quello rivolto alle autorità, agli imprenditori e ai diplomatici del paese.

Invito a investire sui giovani

Il Pontefice invita le autorità della Repubblica democratica del Congo ad investire sui giovani e sulla loro istruzione. «I diamanti più preziosi della terra congolese, che sono i figli di questa nazione, devono poter usufruire di valide opportunità educative».

«L'educazione – sottolinea il Papa – è fondamentale: è la via per il futuro, la strada da imboccare per raggiungere la piena libertà di questo paese e del continente africano».

Il Pontefice ricorda però che «tanti bambini non vanno a scuola: quanti, anziché ricevere una degna istruzione, vengono sfruttati! Troppi muoiono, sottoposti a lavori schiavizzanti nelle miniere. Non si risparmino sforzi per denunciare la piaga del lavoro minorile e porvi fine. Quante ragazze sono emarginate e violate nella loro dignità!», denuncia il Papa.

SDA