India Liberata una decina di uomini condannati per stupro, il Paese scende in piazza

SDA

28.8.2022 - 21:21

A New Delhi i manifestanti hanno cantato slogan e chiesto all'amministrazione dello Stato del Gujarat di revocare la decisione.
A New Delhi i manifestanti hanno cantato slogan e chiesto all'amministrazione dello Stato del Gujarat di revocare la decisione.
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Crescono le proteste in India in seguito alla decisione del governo di scarcerare 11 uomini condannati per lo stupro di una donna musulmana incinta durante le rivolte religiose del 2002.

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Centinaia di persone si sono radunate in diverse parti del paese nel fine settimana: a New Delhi i manifestanti, donne e uomini, hanno cantato slogan e chiesto all'amministrazione dello Stato occidentale del Gujarat di revocare la decisione. Proteste simili si sono svolte anche in molti altri Stati indiani.

Gli 11 uomini, condannati nel 2008 per stupro di gruppo e omicidio, sono stati scarcerati con la sospensione della pena il 15 agosto scorso, quando l'India ha celebrato i 75 anni di indipendenza. La vittima, Bilkis Bano, oggi ha circa 40 anni e all'epoca dei fatti era incinta.

La vicenda risale al 2002 quando nel Gujarat ci fu una delle peggiori rivolte religiose che l'India ha vissuto dalla sua indipendenza nel 1947 dal Regno Unito: oltre 1'000 persone, per lo più musulmani, furono uccise. Tra loro anche sette membri della famiglia di Bano, inclusa la figlia di tre anni.

La decisione del governo di rilasciare gli 11 uomini ha provocato lo sdegno dei partiti di opposizione, dagli attivisti e di diversi giornalisti, i quali affermano che discrimina la minoranza musulmana dell'India: gli attacchi alla comunità sono aumentati notevolmente da quando il partito Bharatiya Janata (Bjp) del premier Narendra Modi è salito al potere nel 2014.

Più di 6'000 attivisti, storici e cittadini hanno firmato una petizione in cui esortano la Corte suprema a revocare il rilascio anticipato dei condannati, definendolo un «grave errore giudiziario».

La stessa vittima dello stupro si è detta scioccata dalla decisione del governo che, ha affermato, «è ingiusta e ha scosso la mia fiducia nella giustizia».

Tuttavia i funzionari del Gujarat, dove è al potere il partito di Modi, si sono difesi sostenendo che la domanda di rilascio dei detenuti è stata accolta perché avevano trascorso più di 14 anni in cella ed erano scarcerabili in base a un condono del 1992 in vigore al momento della loro condanna.

Mentre una versione più recente della legge adottata nel 2014 dal governo federale vieta oggi il rilascio per coloro che sono stati condannati per determinati reati, tra cui stupro e omicidio.