Il ponte crollato nel fiume Macchu, nella città di Morbi.
I soccorritori al lavoro in barca.
Le ricerche durano a lungo.
Il ponte era stato riaperto al pubblico solo mercoledì, dopo sette mesi di riparazioni.
L'esercito indiano e la National Disaster Response Force (NDRF) lavorano alle operazioni di soccorso.
Le vittime ritrovate sono trasportate velocemente in ospedale.
Crollo del ponte nel Gujarat
Il ponte crollato nel fiume Macchu, nella città di Morbi.
I soccorritori al lavoro in barca.
Le ricerche durano a lungo.
Il ponte era stato riaperto al pubblico solo mercoledì, dopo sette mesi di riparazioni.
L'esercito indiano e la National Disaster Response Force (NDRF) lavorano alle operazioni di soccorso.
Le vittime ritrovate sono trasportate velocemente in ospedale.
«Un gruppo di ragazzi si messo a saltare sul ponte per farlo oscillare e allora ho detto alla mia famiglia di correre via; così ci siamo messi in salvo»: è il racconto di Vijay Goswami, un turista indiano riuscito a scampare alla tragedia di ieri in Gujarat.
Questa testimonianza, riferita dall'Hindustan Times, e confermata da alcuni video, contiene il racconto della probabile causa dell'incidente, che ha portato alla morte di 141 persone, mentre altri 100 sono ricoverati in ospedale.
«Ho urlato a quei ragazzi di smettere e di stare fermi, ma non mi hanno ascoltato. Probabilmente anche loro sono rimasti vittime del crollo, neanche un minuto dopo», ha detto angosciato.
Mentre proseguono le operazioni di ricerca di alcune persone che risultano tuttora scomparse, il governatore dello stato ha fatto aprire un'inchiesta e ha già fatto incriminare le persone che sorvegliavano l'accesso al ponte, accusate di avere consentito l'afflusso di un numero eccessivo di persone; al momento del crollo sul ponte si trovavano 350 persone.