«Da me non sta in regola»Italia: bracciante sfruttato si trancia un braccio, il datore di lavoro lo lascia morire per strada
SDA
21.6.2024 - 17:57
Sfruttato e abbandonato. È morto così un bracciante di 31 anni di origine indiana lasciato in strada agonizzante dopo avere perso il braccio destro in un incidente sul lavoro avvenuto in una ditta agricola di borgo Santa Maria, nella campagne della provincia di Latina (Lazio).
Keystone-SDA
21.06.2024, 17:57
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Un bracciante di nazionalità indiana si è tranciato un braccio in un macchinario agricolo e il suo datore di lavoro al posto di chiamare i soccorsi lo ha scaricato in strada, davanti alla casa del 31enne.
Il giovane, che non disponeva di un permesso di soggiorno e non era registrato, è morti due giorni dopo all'ospedale.
Il datore di lavoro è ora accusato di vari reati, tra altro di omicidio colposo.
Avrebbe abbandonato il bracciante poiché preso dal panico.
Satnam Singh è morto mercoledì mattina all'ospedale San Camillo di Roma, dove era ricoverato in prognosi riservata in gravissime condizioni da lunedì pomeriggio.
L'arto, staccato di netto da un macchinario avvolgiplastica a rullo, trainato da un trattore nell'azienda agricola in cui lavorava, è stato lasciato accanto all'uomo poggiato su una cassetta della frutta, un dettaglio agghiacciante di una vicenda di ferocia e sfruttamento.
Il 31enne, a cui il mezzo ha pure schiacciato gli arti inferiori, non aveva nemmeno un contratto regolare.
Scaricato letteralmente in strada
Nessuno ha chiamato gli aiuti. Il malcapitato invece è stato caricato su un pulmino e portato davanti alla sua abitazione. A raccontarlo agli investigatori lo stesso datore di lavoro.
E mentre il furgone percorreva la strada verso Sant'Ilario, la moglie del bracciante, anche impiegata nella stessa azienda, a bordo implorava di chiamare l'ambulanza.
Inutilmente.
Il 31enne è stato scaricato letteralmente davanti a casa, poi i familiari hanno chiamato i soccorsi. I paramedici del 118 hanno affidato il bracciante indiano ad un'eliambulanza ed è stato trasportato d'urgenza al San Camillo, dove è poi deceduto giovedì.
Tra l'incidente e i primi soccorsi è passata un'ora e mezza.
L'autopsia sul suo corpo è stata disposta per venerdì.
«Una leggerezza del bracciante costata cara a tutti»
Il datore di lavoro è accusato di omissione di soccorso, violazione delle disposizioni in materia di lavoro irregolare e omicidio colposo.
Ascoltato dai carabinieri ha raccontato di avere trasportato Singh, con l'arto amputato, su un furgone a casa poiché preso dal panico.
Non si esclude che la Procura possa valutare anche il reato di caporalato. Da verificare se la volontà di non allertare i soccorsi sia legata all'irregolarità contrattuale o alla mancanza di permesso di soggiorno del lavoratore.
Intanto il titolare dell'azienda agricola, padre del datore di lavoro, intervistato dal Tg1 della RAI parla di «una leggerezza del bracciante costata cara a tutti».
«Da me non sta in regola»
La Regione Lazio si farà carico delle spese per il funerale di Satnam. Lo rende noto la Regione stessa sottolineando che, una volta individuati i responsabili, si costituirà parte civile nel processo.
Un testimone ha riferito ai media italiani: «Abbiamo visto un ragazzo che lo ha portato dietro casa. Pensavamo lo stesse aiutando, ma poi è scappato. L'ho inseguito e gli ho chiesto perché non lo aveva portato in ospedale. Mi ha risposto "da me non sta in regola". Poteva essere aiutato».
Lavoro nei campi per 4 franchi l'ora
Secondo le stime più recenti, circa 230.000 persone sono impiegate illegalmente nell'agricoltura italiana. Tra di loro molti sono migranti provenienti da Paesi come India e Pakistan, che lavorano per salari molto bassi.
Gran parte dei prodotti finisce nei supermercati tedeschi. I sindacati parlano di sfruttamento sistematico.
L'incidente è avvenuto lunedì in un campo vicino al comune di Borgo Santa Maria, a circa 60 chilometri a sud di Roma, dove si coltivano soprattutto meloni e zucchine.
Secondo i media italiani, i lavoratori del raccolto sono pagati circa quattro franchi all'ora.
I sindacati deplorano la moderna forma di schiavitù
Il segretario generale del sindacato Flai della regione, Hardeep Kaur, ha dichiarato: «Purtroppo non è un film dell'orrore. È tutto vero».
Altri sindacalisti hanno descritto il trattamento dei lavoratori stranieri della raccolta in Italia come una moderna forma di schiavitù.
Secondo un precedente rapporto, anche i bambini rifugiati sono impiegati nei campi, soprattutto al sud.