Italia Scoperta la cannabis per uso ricreativo nelle ossa di due malati del 1600

SDA

4.11.2023 - 17:48

Piantine di cannabis (immagine illustrativa).
Piantine di cannabis (immagine illustrativa).
KEYSTONE/AP/Gerald Herbert

Le ricerche sugli scheletri di due pazienti del 1600 dell'ospedale Maggiore di Milano hanno portato al ritrovamento della presenza di cannabis che non rientrava però nelle loro terapie e che quindi, verosimilmente, era utilizzata per scopi personali. A darne notizia è oggi il «Corriere della Sera».

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La scoperta – pubblicata sul «Journal of Archaeological Science» – è stata fatta da Cristina Cattaneo, medico legale che negli ultimi decenni in Italia si è occupata dei più noti omicidi (da Claps a Yara).

I test fatti con gli archeotossicologi dell'Università Statale di Milano – il responsabile Domenico di Candia e la dottoranda Gaia Giordano – hanno cristallizzato la prova sui resti di una donna di 40-50 anni e di un ragazzo di 16-20 anni.

«Sugli scheletri conservati nel sepolcreto dell'ospedale abbiamo trovato la prima evidenza del consumo non farmacologico di cannabis in età moderna, in Italia e in Europa», spiega Cristina Cattaneo che cercando di dare una spiegazione al ritrovamento ricorda che «Milano non è mai stata in condizioni critiche come nel Seicento. Nemmeno nel Medioevo», e che in città dilagavano «carestie, malattie, povertà e igiene pressoché inesistente».

Di cannabis, comunque, non c'è traccia nella documentazione con cui quattro secoli fa i medici annotavano le terapie dei due malati. Se non era una cura, le ipotesi restano l'uso come sostanza ricreativa o come automedicazione, e la prima, secondo Cristina Cattaneo, è l'opzione la «più probabile».