Emergenza finita in Val Ferret, riaperta oggi dal sindaco di Courmayeur Stefano Miserocchi. Era chiusa da giovedì per il timore che crollasse il ghiacciaio di Planpincieux.
Una massa grande come il Duomo di Milano, resa instabile da freddo dei giorni scorsi e dal successivo rialzo termico, che ha fatto evacuare residenti e turisti «per garantire l'incolumità e la sicurezza delle persone e degli ospiti di Courmayeur», spiega il primo cittadino.
Se la paura è passata, pure più in fretta dello scorso autunno quando l'allerta durò settimane, resta la rabbia degli operatori turistici: «Hanno disdetto tutte le camere per Ferragosto, – dicono – quindi ci troviamo al culmine della stagione con il 70 per cento di occupazione in meno...«.
Il ritorno alla normalità questa mattina. Dopo «il rientro nei parametri di rischio», tra le mani l'ultimo bollettino della Fondazione Montagna Sicura, il sindaco Miserocchi ha revocato le ordinanze dei giorni scorsi. Provvedimenti che il primo cittadino definisce «necessari e indifferibili» di fronte al «rischio di crollo istantaneo» del ghiacciaio del Monte Bianco paventato dagli esperti. «Non è una scelta semplice quella di chiudere una valle, il sindaco è sempre l'ultimo che vuole prendere una decisione del genere. Però quando ci si trova a dover gestire un rischio reale è l'unica cosa che si può fare», osserva Miserocchi.
Il sindaco di Courmayeur esprime «rammarico per i toni allarmistici che alcune testate nazionali e internazionali hanno utilizzato», sostenendo di aver «sempre evidenziato» che «il fenomeno era localizzato e interessava una piccola porzione di territorio». E si dice «vicino agli operatori della Val Ferret, alle persone sfollate e alla comunità intera coinvolta nelle operazioni di allerta ed evacuazione, conscio che tali azioni abbiano rappresentato un forte disagio con ripercussioni economiche». Tuttavia, ribadisce, «la prima attenzione che un'amministrazione deve garantire è proprio la sicurezza delle persone».
Per gli esperti, dunque, «il momento di crisi è passato», ma «nulla vieta si vada incontro a un'accelerazione significativa, che comporterebbe una nuova allerta». Un vero e proprio disastro per gli operatori turistici, che lamentano «danni enormi». «Abbiamo riaperto ma stiamo facendo nulla – si dispera Marco Belfront, titolare dell'albergo Miravalle, in località Planpincieux – la Val Ferret è vuota in un mese, agosto, che rappresenta un quinto di fatturato di tutto l'anno...«.
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