ZurigoKunsthaus, prevista una mostra della controversa collezione Bührle
uj, ats
19.3.2023 - 12:47
Il Kunsthaus di Zurigo prevede da novembre una nuova esposizione con opere della controversa collezione Bührle. Non esporle sarebbe ipocrita, sostiene la direttrice Ann Demeester.
uj, ats
19.03.2023, 12:47
19.03.2023, 12:54
SDA
«Se i quadri scompaiono, sembra che il passato della Seconda Guerra mondiale non sia esistito», ha dichiarato in un'intervista pubblicata oggi, domenica, dal domenicale svizzero-tedesco «Sonntagsblick». La belga è direttrice dell'istituzione zurighese dallo scorso ottobre.
«Affronteremo il contesto storico e dimostreremo di prendere sul serio la discussione e di essere consapevoli dei dilemmi», ha sottolineato. Un comitato consultivo accompagnerà con spirito critico il museo nella realizzazione di questa mostra.
Storicamente, il Kunsthaus è strettamente legato a Emil Bührle, ha spiegato Demeester. Il mecenate aveva finanziato la grande ala espositiva dell'edificio Pfister negli anni Cinquanta e aveva donato al museo il dipinto «Ninfee» di Monet e la scultura «La porta dell'inferno» di Rodin.
Collezione controversa
Il sospetto è che la collezione d'arte del fabbricante d'armi e mecenate Emil Georg Bührle (1890-1956) contenga opere rubate dai nazisti durante la Seconda Guerra mondiale.
Sulla scia della polemica, nel 2022 il Kunsthaus ha iniziato a riesaminare la propria collezione, annunciando proprio lo scorso 14 marzo che avrebbe ampliato le ricerche sulla provenienza.
«La nuova strategia sulla provenienza rende trasparente il nostro modo di procedere quando ci troviamo di fronte ad un'opera che rientra nella categoria "beni culturali sottratti a seguito di persecuzioni naziste"», ha indicato Demeester.
Stando al Kunsthaus, ciò include anche le vendite di opere d'arte effettuate per necessità da proprietari perseguitati dai nazionalsocialisti in Paesi terzi sicuri quali la Svizzera. Con le ricerche sulla provenienza l'origine delle opere verrebbe verificata professionalmente. L'obiettivo è di rendere possibili soluzioni giuste e eque in presenza di indizi comprovati di beni culturali sottratti ai proprietari in relazione a persecuzioni naziste.