USA L'assassino di Bob Kennedy resta in carcere dopo 55 anni

SDA

2.3.2023 - 21:45

Sirhan Sirhan resta in carcere. L'assassino di Robert Kennedy si è visto negare per l'ennesima volta la richiesta di libertà vigilata perché ritenuto ancora troppo pericoloso. 

Sirhan Sirhan reagisce durante un'udienza per la libertà vigilata mercoledì 10 febbraio 2016, presso il penitenziario Richard J. Donovan di San Diego. Per la quindicesima volta, i funzionari hanno negato la libertà vigilata a Sirhan Sirhan, l'assassino del senatore Robert F. Kennedy, dopo aver ascoltato mercoledì un'altra persona che è stata colpita da un proiettile quella notte e che ha chiesto il rilascio di Sirhan.
Sirhan Sirhan reagisce durante un'udienza per la libertà vigilata mercoledì 10 febbraio 2016, presso il penitenziario Richard J. Donovan di San Diego. Per la quindicesima volta, i funzionari hanno negato la libertà vigilata a Sirhan Sirhan, l'assassino del senatore Robert F. Kennedy, dopo aver ascoltato mercoledì un'altra persona che è stata colpita da un proiettile quella notte e che ha chiesto il rilascio di Sirhan.
KEYSTONE/AP Photo/Gregory Bull

Keystone-SDA

L'immigrato palestinese è in carcere da quando, il 5 giugno 1968, sparò e uccise il candidato democratico fratello di John Fitzgerald Kennedy all'hotel Ambassador di Los Angeles, poco dopo la sua vittoria alle primarie della California.

Sirhan raccontò di essere arrabbiato con l'allora senatore per la sua proposta di inviare aerei militari a sostegno di Israele ma, negli anni, ha più volte insistito di non ricordare l'incidente.

In questa foto di archivio del 9 maggio 1968, il senatore Robert F. Kennedy parla ai delegati della United Auto Workers in una sala congressi di Atlantic City, N.J.. Sarà ucciso meno di un mese dopo, il 6 giungo, poco dopo la mezzanotte davanti ai reporter e ai fotografi che lo stavano seguendo dopo un breve discorso di ringraziamento all'Ambassador Hotel di Los Angeles dove aveva incontrato i suoi sostenitori per la vittoria alle primarie della California.
In questa foto di archivio del 9 maggio 1968, il senatore Robert F. Kennedy parla ai delegati della United Auto Workers in una sala congressi di Atlantic City, N.J.. Sarà ucciso meno di un mese dopo, il 6 giungo, poco dopo la mezzanotte davanti ai reporter e ai fotografi che lo stavano seguendo dopo un breve discorso di ringraziamento all'Ambassador Hotel di Los Angeles dove aveva incontrato i suoi sostenitori per la vittoria alle primarie della California.
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L'assassinio di Bob Kennedy scosse un'America già alle prese con la guerra in Vietnam e il movimento per i diritti civili, innescando un profondo esame di coscienza anche nella politica.

Inizialmente condannato alla camera a gas, Sirhan si è visto tramutare la sentenza in ergastolo negli anni '70 in seguito alla decisione della Corte Suprema della California di sospendere temporaneamente la pena capitale.

Vicino alla libertà nel 2021, ma ...

Assistito dai suoi legali, Sirhan nel corso degli anni ha chiesto per ben 16 volte di essere rilasciato, ma senza successo.

Nel 2021 c'era andato vicino: un Parole Board della California – l'organismo chiamato a pronunciarsi su questi casi – si era espresso favorevolmente a una sua uscita dal carcere.

Ma il governatore Gavin Newsom agli inizi del 2022 si oppose, spiegando come a Sirhan, nonostante i 54 anni di carcere, mancava ancora quella consapevolezza e quella saggezza che gli sarebbero servite per evitare di ripetere gli stessi errori del passato. «Dopo decenni di carcere non ha ancora affrontato» i problemi che «lo hanno spinto ad assassinare il senatore Kennedy», disse Newsom.

Vuole uscire di galera per aiutare il fratello

L'ipotesi di un rilascio di Sirhan spacca da anni anche la famiglia Kennedy, divisa fra coloro che vogliono vederlo in libertà perché ha pagato il prezzo dovuto e altri che lo vogliono invece ancora in carcere perché rappresenta un rischio per la società.

Proprio la bocciatura di Newsom sarebbe, secondo il suo legale Angela Berry, alla base dell'ultimo rifiuto del Parole Board a concedergli la libertà. «Era idoneo ad essere rilasciato l'ultima volta e da allora nulla è cambiato», ha detto Berry, indicando come a suo avviso il Parole Board è stato influenzato dalla volontà politica del governatore.

«Sta cercando di fare la cosa giusta. Vuole aiutare suo fratello più giovane che è quasi cieco. Vogliono vivere insieme negli anni che restano loro», ha aggiunto Berry. Parole che però non hanno sortito alcun effetto davanti alla commissione chiamata a decidere il destino del suo assistito.