SocialL'UE contro Musk: «X piattaforma con più disinformazione», soprattutto in Italia
SDA
26.9.2023 - 19:57
L'Ue lancia un allarme sulla disinformazione online, con il rischio di ingerenze russe nelle elezioni, e un avvertimento a X. L'ex Twitter «è la piattaforma con il maggior rapporto di post con cattiva informazione o disinformazione».
Keystone-SDA
26.09.2023, 19:57
26.09.2023, 20:20
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Secondo l'UE, l'ex Twitter «è la piattaforma con il maggior rapporto di post con cattiva informazione o disinformazione».
Il contesto è quello della prima pubblicazione semestrale dei rapporti delle grandi piattaforme online sull'applicazione del codice di autodisciplina contro la disinformazione, sottoscritto a giugno 2022.
Dati da cui emerge un quadro preoccupante per la vicina Penisola, dato che l'Italia risulta prima nella diffusione di fake news sui social.
Ad affermarlo è stata la vicepresidente della Commissione europea VeraJourova, che rivolta a ElonMusk ha avvertito: «Non sei esonerato dagli obblighi, saremo attenti a quello che fai».
Il contesto è quello della prima pubblicazione semestrale dei rapporti delle grandi piattaforme online sull'applicazione del codice di autodisciplina contro la disinformazione, sottoscritto a giugno 2022. Dati da cui emerge un quadro preoccupante per la vicina Penisola, dato che l'Italia risulta prima nella diffusione di fake news sui social.
Con l'arrivo, un anno fa, del patron della Tesla al comando, a maggio Twitter-X ha abbandonato il Codice di condotta Ue. Ma «Musk sa che non è esonerato dagli obblighi», è stato il monito di Jourova: c'è il Digital Service Act «pienamente in vigore» e «lo applicheremo» con un'unità «molto ben attrezzata che monitorerà e supervisionerà ciò che stanno facendo le piattaforme».
La faglia europea si fa insomma sempre più profonda per il magnate sudafricano, polemista navigato e da ultimo alle prese a Washington con la sfida sulle «union» lanciatagli dalla deputata democratica AlexandriaOcasio-Cortez, pronta a vendere la propria Tesla per acquistare un'auto elettrica prodotta in aziende sindacalizzate.
Lotta contro la propaganda
Presentando le analisi delle grandi piattaforme, per il resto Jourova ha messo in guardia dalla disinformazione, «uno dei rischi maggiori per lo spazio informativo democratico europeo, compreso quello legato alla guerra della Russia in Ucraina e alle elezioni».
E in vista del voto europeo «tutti gli attori devono fare la loro parte nella lotta alla disinformazione online e alle interferenze straniere», ha detto, chiedendo l'impegno delle Big Tech.
Dai report è emerso ad esempio che Google nella prima metà del 2023 ha impedito che oltre 31 milioni di euro di pubblicità andassero agli attori della disinformazione.
E solo rispetto all'invasione russa in Ucraina, Google ha riferito che Youtube ha chiuso 411 canali e dieci blog coinvolti in operazioni di influenza coordinate e collegate all'Internet Research Agency (Ira), macchina per la propaganda dello Stato russo.
Preoccupano le cifre in Italia
I vari rapporti in base al Code of Conduit sono una miniera di dati, spacchettati per utenti, ricavi, Paesi di accesso a Internet o di fatturazione. E l'Italia emerge con un primato nella disinformazione sui social.
Meta ha affermato di aver rimosso nei primi sei mesi 2023 oltre 45mila contenuti da Facebook e 1'900 da Instagram di fake news «dannose per la salute o di interferenza elettorale o sui censimenti»: è il valore più alto nell'Ue.
Sono italiani un terzo dei 140mila post rimossi da Facebook e solo poco meno di un terzo dei 6'900 cancellati da Instagram. Poi c'è TikTok. Come noto il social cinese, con gli strali della Commissione europea, ha dovuto aumentare i controlli, tra l'altro, sull'accesso dei minori, i più attivi nel crearsi un profilo falso per oltrepassare il limite di età.
Ebbene, emerge ora che solo nel primo semestre TikTok ha rimosso nella vicina Penisola oltre 1,3 milioni di account falsi, a fronte dei 5,9 milioni eliminati nell'intera Ue. Infine, sempre in Italia, Google ha rifiutato 14'994 tentativi di pubblicare annunci elettorali da inserzionisti non verificati (141'823 quelli bloccati in tutta l'Ue), mentre Youtube ha rimosso 2'684 video per disinformazione, sui 16'419 nell'Unione.