Dall'11 marzo al 3 dicembre La letteratura si inebria al Museo del vino di Sierre

zd, ats

10.3.2023 - 13:47

Locandina dell'esposizione "Rilke, Hesse, Dürrenmatt, Bonvin e il vino", dall'11.3.2023 al 3.12.2023 presso il Muséee du Vin di Sierre (VS).
Locandina dell'esposizione "Rilke, Hesse, Dürrenmatt, Bonvin e il vino", dall'11.3.2023 al 3.12.2023 presso il Muséee du Vin di Sierre (VS).
Keystone

Un'esposizione visitabile da domani al 3 dicembre al Musée du Vin di Sierre (VS) esplora il rapporto speciale che Rilke, Hesse e Dürrenmatt, autori stabilitisi in regioni viticole della Svizzera latina, intrattenevano con il vino.

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Il senso di questa mostra bilingue, che è presentata nell'antica casa ristrutturata che ospita il Museo del vino e che si snoda attraverso citazioni dalle opere, foto, disegni e oggetti emblematici, è quello di sondare come gli scrittori abbiano tematizzato il loro unico e speciale rapporto con la bevanda di Bacco.

Come riferito dalla direttrice della Fondazione Rilke di Sierre Brigitte Duvillard, l'idea di approfondire questo tema è sorta «in maniera autonoma nelle diverse istituzioni». La collaborazione tra la fondazione gestita da lei, il Museo Hesse a Montagnola e il Centre Dürrenmatt di Neuchâtel, da cui è nata l'esposizione nel museo vallesano, sembra quindi essere stata una logica conseguenza delle riflessioni maturate in autonomia dai tre enti culturali.

Tre autori e tre approcci al vino

Il rapporto con il vino di Hermann Hesse si è evoluto nel tempo: in gioventù beveva in eccesso per «controbilanciare la sua rigida educazione» e «coprire l'angoscia della morte», come spiegato dalla direttrice del Musée du Vin Delphine Niederberger. Con l'arrivo a Montagnola nel 1931, l'interesse di Hesse nei confronti del vino lo ha portato ad avvicinarsi alla coltivazione della vite e ad assumere una visione più naturalistica del rapporto uomo-vino, che ha portato l'autore di «Siddharta» a considerare l'acolico violaceo un mezzo per «vivere in armonia con la natura».

Friederich Dürrenmatt, di cui alcune bottiglie personali sono esposte nella mostra, era tanto amante del vino quanto critico nei confronti di quello svizzero, di cui aveva pubblicato anche caricature denigratorie. All'interno dell'esposizione, la zona dedicata all'autore de «La promessa» strizza l'occhio alla cantina in cui conservava le sue bottiglie, probabilmente Bordeaux o Borgogna che amava particolarmente.

Il poeta Rainer Maria Rilke, bevitore meno accanito rispetto a Dürrenmatt, vedeva nel vino «una metafora poetica dell'attesa necessaria per la maturazione di ogni cosa, compresa la propria creazione», dice Duvillard. Questa osservazione la fece durante gli anni trascorsi a Veyras (VS), presso lo Château de Muzot, che aveva un piccolo vigneto e di cui Rilke seguiva da vicino la produzione.

Il Musée du Vin ha voluto inoltre aggiungere un contributo più personale come accompagnamento ai tre autori, sotto forma di una mostra fotografica dell'artista vallesana contemporanea Laurence Bonvin.