80 anni fa Eugen Weidmann fu l'ultimo criminale ghigliottinato in pubblico

Di Christian Böhmer, dpa / pab

17.6.2019

L'ultima esecuzione pubblica in Francia si svolse in un'atmosfera da festa popolare: nel giugno del 1939 la scure calò, infatti, sul serial killer Eugen Weidmann. Il dandy tedesco, soprannominato l'«assassino dallo sguardo di velluto», aveva ucciso sei persone per avidità.

Il 17 giugno 1939, il serial killer Eugen Weidmann fu ghigliottinato. La sua fu l'ultima esecuzione pubblica in Francia. In seguito, le decapitazioni proseguirono ma in segreto.

Nella notte precedente, molte persone si riunirono fuori Versailles, attendendo con impazienza l'esecuzione dell'assassino seriale Eugen Weidmann. All'alba del 17 giugno 1939, la ghigliottina venne installata davanti alla prigione di Saint-Pierre.

«L'attesa diventa insostenibile», scriveva un giornalista del quotidiano «Paris-Soir». Il condannato venne condotto fuori dalla prigione. «Alto, magro e pallido.» Alle 4h32, il sole era sorto mentre l'uomo di 31 anni moriva sul patibolo, raccontava un giornale dell'epoca.

Grande agitazione mediatica fin dal processo

Eugen Weidmann, l'«assassino dallo sguardo di velluto», fu, 80 anni fa, l'ultimo condannato a morte giustiziato pubblicamente in Francia. I media raccontarono un evento assimilabile ad una festa popolare, segnato da scene di isteria.

In seguito a questo spettacolo nel palazzo reale, alle porte di Parigi, il Primo ministro Edouard Daladier mise fine alle esecuzioni pubbliche. La ghigliottina continuò a tagliare teste, ma soltanto dietro alle alte mura delle prigioni.

Il processo contro il dandy, conosciuto in Francia con il nome di Eugène Weidmann, aveva già suscitato grande agitazione mediatica. Giunto in Francia nel 1937, l'uomo era già stato in prigione in Germania. Nella capitale francese si macchio di sei omicidi, commessi con l'aiuto di complici, per impadronirsi del denaro delle sue vittime.

Fine di una tradizione vecchia di 150 anni

La morte di Eugen Weidmann è l'atto finale di una tradizione, quella delle decapitazioni pubbliche, vecchia di 150 anni. Alla fine del XVIII secolo, la ghigliottina era ormai divenuta un simbolo della Rivoluzione francese. Nel 1792, l'Assemblea nazionale transaplina l'aveva introdotta  come unico strumento di esecuzione. La prima vittima di tale provvedimento fu Nicolas Jacques Pelletier, un tagliaborse.

In merito alla sua decapitazione, avvenuta il 25 aprile 1792 sulla Place de Grève, oggi Place de l’Hôtel-de-Ville, l'indomani la «Chronique de Paris» scrisse: «Questa macchina è stata preferita a ragione agli altri strumenti di supplizio: essa non contamina la mano di un uomo con l'assassinio di un suo simile, e la prontezza con cui colpisce il colpevole è più in linea con lo spirito della legge che può essere spesso severa, ma che non deve mai essere crudele.»

L'idea fu del medico francese Joseph Ignace Guillotin, che voleva abolire le atroci modalità di esecuzione dell'epoca, in particolare la ruota. Tuttavia, fino alla sua morte nel 1814, il medico non apprezzò affatto che questa nuova macchina tagliateste portasse il suo nome.

Francia: pena di morte abolita nel 1981

Tobias Schmidt, un fabbricante di pianoforti tedesco con sede a Parigi, fu il primo a costruire una ghigliottina. Le guide turistiche sono solite mostrare ai visitatori la corte, situata nel 6° arrondissement, sulla riva sinistra della Senna, dove si dice che Tobias Schmidt avesse provato la macchina mortale su degli animali.

Dopo la morte di Eugen Weidmann, la ghigliottina fu usata ancora in Francia per 40 anni. Hamida Djandoubi, morto nel settembre 1977 nella prigione dei Baumettes, nella città portuale di Marsiglia, nel sud della Francia, è stato l'ultimo condannato a morte per decapitazione. La pena di morte è stata completamente abolita nel 1981.

La ghigliottina è stata in uso anche in altri paesi. Nell'ex DDR, la pena capitale è stata inflitta fino all'incirca al 1987. Nel 1960, a Lipsia, è stato approntato un sito centrale di esecuzione, dove lo strumento di morte è rimasto in uso fino al 1967.

In seguito, i carnefici uccidevano generalmente i condannati con un colpo alla nuca. Secondo le stime, 64 persone sono state uccise in gran segreto a Lipsia, l'ultima nel giugno 1981.

Abolita nel 1942 in Svizzera

Dal 1942 non esiste più, in Svizzera, la pena di morte per crimini civili. L’ultima esecuzione avvenne nel canton Obwaldo, nel 1940, allorché venne mandato alla ghigliottina Hans Vollenweider, condannato per omicidio plurimo. Lo ricorda un articolo del portale online swissinfo.ch.

Durante la Seconda Guerra, mondiale 17 soldati vennero condannati come traditori della patria e fucilati. 50 anni dopo, nel 1992, la pena di morte venne cancellata anche dal codice penale militare

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