Disturbi cognitiviLa neuropsicologa: «Il Long Covid colpisce più l'attenzione che la memoria»
Di Valérie Passello
18.4.2023
Al CHUV di Losanna è stato aperto un consultorio sul Long Covid, dedicato quindi alle persone che soffrono di sintomi prolungati dopo un'infezione da SARS-CoV-2. Dall'estate del 2022, il Leenaards Memory Center offre una consulenza specifica sulle complicanze neuropsichiatriche della malattia. La neuropsicologa Mélanie Bieler-Aeschlimann spiega come vengono aiutati i pazienti.
Di Valérie Passello
18.04.2023, 14:27
18.04.2023, 17:17
Di Valérie Passello
Nuovo problema sanitario, nuove strutture di cura. Osservando l'arrivo di pazienti relativamente giovani «in vagabondaggio medico» al Leenards Memory Center, alla fine dell'estate 2022 il CHUV ha deciso di istituire un consultorio per le numerose persone colpite da Long Covid.
L'esperta
CHUV
Mélanie Bieler-Aeschlimann è neuropsicologa al Leenaards Memory Center. Su richiesta del CHUV, ha creato il programma di recupero cognitivo per i pazienti Long Covid con complicanze neuropsichiatriche, come affaticamento, disturbi della concentrazione o ansia/depressione.
La neuropsicologa Mélanie Bieler-Aeschlimann ha sviluppato un programma di recupero cognitivo in cinque parti. Lo scopo è quello di aiutare i pazienti ad affrontare le difficoltà incontrate nella vita quotidiana.
E non è facile, visto che le conoscenze scientifiche sul Long Covid sono ancora agli inizi. «Leggiamo molto», dice la neuropsicologa e ricercatrice in neuroscienze. «In particolare, abbiamo raggiunto un accordo con gli Hôpitaux universitaires de Genève (HUG), che hanno iniziato a stilare un elenco dei sintomi del Long Covid e che hanno creato la piattaforma interattiva Rafael. Continuiamo a consultare nuovi studi e ogni volta impariamo qualcosa in più».
«Il Long Covid arriva come la goccia che fa traboccare il vaso»
Melanie Bieler-Aeschlimann
Neuropsicologa
Se è vero che questo nuovo male è ancora misterioso e presenta sintomi diversi, emergono comunque dei punti in comune. Ad esempio, tutti i pazienti si lamentano di una forte stanchezza. Mélanie Bieler-Aeschlimann spiega che «spesso le persone - per la maggior parte donne - che si presentano per un consulto avevano una vita molto piena prima della malattia, con un grande carico mentale. Il Long Covid arriva come la goccia che fa traboccare il vaso».
Inoltre, è probabile che alcune persone anziane siano colpite da Long Covid senza esserne consapevoli, ritiene la neuropsicologa. I loro cari presto le indirizzeranno all'ospedale: «Si pensa che il Long Covid abbia accelerato un processo neurodegenerativo già latente in questi pazienti».
Un programma in varie tappe
Il programma di recupero cognitivo si rivolge ai pazienti che sentono che qualcosa non va, che sono ancora giovani e per cui è possibile migliorare la situazione.
Per prima cosa, i medici valutano i pazienti. Nelle persone che godevano di buona salute e non erano mai state visitate prima è difficile misurare con esattezza il deterioramento cognitivo dovuto al Covid. Tuttavia, osserva Mélanie Bieler-Aeschlimann, «le persone hanno più problemi d'attenzione che di memoria. Spesso se dimenticano o perdono le cose è perché sono disattente».
«Le funzioni cognitive interessate sono le stesse di quelle che risentono dell'avanzare dell'età»
Mélanie Bieler-Aeschlimann
Chi soffre di Long Covid può essere colpito da una serie di altri sintomi, come l'apnea ostruttiva nel sonno, anche se per ora c'è poca letteratura scientifica sull'argomento. I pazienti stessi documentano quali tipi di problemi incontrano. «Mi sono accorta anche delle fluttuazioni nelle loro condizioni: quando migliorano poi tendono a esagerare e ricadono in un esaurimento post-esercizio che li rende incapaci di svolgere i loro compiti quotidiani», racconta l'esperta.
Il lavoro di riparazione cognitiva si concentra su diversi tipi di attenzione: concentrazione, attenzione divisa e attenzione selettiva. «Le funzioni cognitive interessate sono le stesse che vengono colpite con l'avanzare dell'età. Sono la velocità con cui elaboriamo le informazioni, la memoria di lavoro - quella che usiamo, ad esempio, quando facciamo più cose contemporaneamente online - e l'attenzione su ciò che stiamo facendo. Queste persone sono più sensibili alle interferenze», chiarisce Mélanie Bieler-Aeschlimann.
Promuovere le interazioni sociali, sfruttare i giochi da tavolo per allenare l'attenzione, evitare di stancarsi troppo o addirittura pianificare e gestire il tempo sono alcuni degli strumenti forniti durante il recupero cognitivo offerto al Leenaards Memory Center.
Andare avanti
L'accompagnamento consiste quindi nell'acquisire e sviluppare strategie per gestire al meglio lo stato provocato dalla malattia. Per ora, però, anche se spesso si osservano grandi miglioramenti non si tratta di «curare» il Long Covid.
Mélanie Bieler-Aeschlimann spiega: «Spesso dico ai pazienti che sono mal messi, perché soffrono di una malattia che ancora non conosciamo bene e perché non sappiamo come si evolverà. Ma poi è importante non cadere nel catastrofismo, e iniziare il proprio cammino per accettare la situazione e trarne il positivo».
In qualsiasi malattia, l'accettazione è un passaggio cruciale, aggiunge la neuropsicologa: «Parlo ai pazienti della gestione delle emozioni e dico loro che è normale attraversare un momento di forte depressione, ma che l'accettazione della malattia consentirà loro di riprendersi».
Richiama inoltre l'attenzione dei suoi pazienti sul fatto che la depressione è una brutta piaga e che se si manifesta è meglio farsi aiutare.