'NdranghetaBlitz tra Italia e Svizzera: perquisizioni anche in Ticino, un arresto nel Canton Argovia
ATS
21.7.2020 - 11:52
Le autorità svizzere e italiane hanno preso parte a un'azione coordinata nei confronti di un'organizzazione criminale di stampo 'ndranghetistico.
A seguito di indagini congiunte, questa mattina sono stati effettuati arresti ed eseguite perquisizioni domiciliari in entrambi i Paesi, ha comunicato il Ministero pubblico della Confederazione (MPC). Nell'operazione oltre a rappresentanti del MPC e dell'Ufficio federale di polizia (fedpol) sono stati impiegati numerosi funzionari di polizia cantonali.
Nei cantoni Ticino, Argovia, Soletta e Zugo, il MPC in collaborazione con fedpol ha effettuato diverse perquisizioni domiciliari nel corso delle quali sono state sequestrate armi, munizioni e denaro contante. Una persona è stata arrestata nel cantone di Argovia e nei suoi confronti verrà chiesta la carcerazione preventiva, precisa il MPC.
Due imputati sono stati interrogati in Svizzera e successivamente rilasciati. Una persona è stata arrestata in Italia dove resta al momento in detenzione preventiva, mentre un'altra si trovava già in stato di detenzione nella vicina Penisola e gli elementi di prova raccolti a suo carico in Svizzera verranno trasmessi alle autorità di perseguimento penali italiane.
Procedimento penale nei confronti di 6 persone
L'azione è il risultato di un procedimento penale condotto dal MPC, in particolare per sospetto di sostegno o partecipazione a un'organizzazione criminale, riciclaggio di denaro, ricettazione, messa in circolazione di monete false, l'importazione, l'acquisizione e deposito di monete false e sospetta violazione della legge federale sugli stupefacenti (LStup).
Il procedimento penale – indica il comunicato del MPC – è attualmente in corso nei confronti di sei persone di nazionalità italiana, la maggior parte delle quali risiede in Svizzera. Gli imputati sono sospettati di appartenere e sostenere un'organizzazione criminale italiana di stampo 'ndranghetistico.
Attività illegali affiancate ad altre legali
Nell'ambito delle estese indagini eseguite è emersa l'esecuzione da parte degli imputati di differenti attività illecite. Si presume per esempio che denaro falso sia stato importato dall'Italia in Svizzera e sono emerse condotte legate a traffici di armi, stupefacenti e riciclaggio di denaro.
Gli imputati vivono in Svizzera da molti anni e, presumibilmente, all'esecuzione di attività illegali hanno affiancato l'esercizio di attività legali, come investimenti, concessione di prestiti o persino la gestione di un ristorante, attività che costituiscono una sorta di investimento dell'organizzazione criminale in grado di rafforzarne il vigore criminale.
Sostegno e partecipazione ad un'organizzazione criminale
Gli imputati – precisa il MPC – sono accusati di sostenere e partecipare a un'organizzazione criminale la cui esistenza, energia criminale e formazione è stata confermata con sentenze cresciute in giudicato in Italia.
Nella primavera del 2016 la Procura della Repubblica di Catanzaro ha inviato al MPC una comunicazione spontanea di informazioni relativa a fatti penali con richiesta di costituzione di una squadra investigativa comune.
La procura calabrese ha inoltre segnalato soggetti residenti in Svizzera che si presume fossero coinvolti nell'azione illecita realizzata dall'organizzazione criminale. Il MPC e la Procura della Repubblica di Catanzaro hanno quindi deciso di costituire una squadra investigativa comune – un cosiddetto «Joint Investigation Team» (JIT) – ed operare congiuntamente nell'ambito di inchieste penali transnazionali. Nel settembre del 2016, il MPC ha avviato il relativo procedimento penale.
Sequestrati beni per 169 milioni di euro
Secondo quanto indicato dall'agenzia di stampa italiana Ansa complessivamente gli indagati sono 158, ai quali sono contestati, a vario titolo, i reati di associazione mafiosa, associazione dedita al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, riciclaggio, fittizia intestazione di beni, corruzione ed altri reati, tutti aggravati dalle modalità mafiose. I beni sequestrati nel corso dell'azione – precisa Ansa – ammontano a 169 milioni di euro.
Ad essere colpiti – aggiunge l'agenzia di stampa italiana – sono esponenti di affermate famiglie della criminalità organizzata calabrese, operanti principalmente nel territorio che collega Lamezia Terme alla provincia di Vibo Valentia.