Grattacieli pesanti New York sta affondando, la città si può salvare?

Di Gabriela Beck

4.6.2023

Anche se non si vede, la skyline di New York si abbassa di qualche millimetro ogni anno. 
Anche se non si vede, la skyline di New York si abbassa di qualche millimetro ogni anno. 
Neale Clark/imago/robertharding

Il terreno sotto New York sta cedendo a causa del peso degli edifici. Allo stesso tempo, il livello del mare si sta alzando, e così la città sprofonda. Altre città costiere stanno subendo lo stesso destino, ma ci sono soluzioni.

Di Gabriela Beck

4.6.2023

Hai fretta? blue News riassume per te:

  • Secondo uno studio pubblicato a maggio, New York sta sprofondando a causa del peso dei suoi edifici. Inoltre, il livello dell'acqua del mare si sta innalzando.
  • Secondo lo studio, anche altre città costiere saranno colpite da gravi inondazioni molto prima di quanto previsto in precedenza.
  • Possibili soluzioni sono un prelievo più consapevole delle acque sotterranee, la protezione delle coste e il passaggio a città-pontile.

I ricercatori dello United States Geological Survey (USGS) stimano che i 777 chilometri quadrati che compongono la città di New York sono coperti da 762 milioni di tonnellate di cemento, vetro e acciaio. A questi si aggiungono 8,5 milioni di abitanti, i loro mobili e le loro automobili. Tutto questo peso ha un effetto: secondo uno studio pubblicato a maggio, il suolo di New York sta sprofondando di uno o due millimetri all'anno.

Non sembra un dato particolarmente preoccupante, ma sommato all'innalzamento del livello del mare e considerato per diversi anni, il cedimento rappresenta un problema.

Ma New York non è la sola località costiera in difficoltà: altre città dove la popolazione è in crescita a causa dell'immigrazione e che devono affrontare l'aumento del livello del mare si trovano in una situazione simile.

Gravi inondazioni prima del previsto

«In alcune città stiamo assistendo a una subsidenza di qualche centimetro all'anno», spiega alla BBC Steven D'Hondt. Il professore di oceanografia dell'Università del Rhode Island a Narragansett utilizza le immagini satellitari per misurare i tassi di subsidenza in 99 città costiere di tutto il mondo.

«Se il processo continua al ritmo attuale, queste città saranno colpite da gravi inondazioni molto prima di quanto previsto in precedenza», hanno scritto D'Hondt e i suoi colleghi Pei-Chin Wu e Matt Wei in uno studio del 2022.

Secondo il rapporto, alcune zone di Giacarta stanno sprofondando da due a cinque centimetri all'anno. A Manila, Chittagong, Karachi e Tianjin ci sono già danni alle infrastrutture e inondazioni frequenti.

Una parte di questa subsidenza avviene naturalmente, scrivono gli autori. Tuttavia il processo può essere notevolmente accelerato dall'uomo: costruendo edifici, estraendo acque sotterranee o estraendo petrolio e gas.

Le soluzioni variano a seconda delle cause della subsidenza

Ovviamente, si potrebbe semplicemente smettere di costruire, o almeno cercare di collocare gli edifici più pesanti sui terreni più stabili. A New York questo potrebbe funzionare. La maggior parte della città sorge infatti su una base di ardesia, marmo e gneiss.

Queste rocce hanno un certo grado di elasticità e fratture, ma il terreno ricco di argilla e i materiali di riempimento artificiale di Lower Manhattan provocano un cedimento del terreno maggiore. Questa è la conclusione di Tom Parsons, geofisico ricercatore presso il Pacific Coastal and Marine Science Center dell'USGS in California e uno dei quattro autori dello studio di New York.

In alcune città un'altra soluzione potrebbe essere quella di rallentare l'estrazione delle acque sotterranee, continuano gli autori dello studio. Avvertono che la crescente urbanizzazione aumenterà la quantità di acqua sotterranea prelevata e sarà accompagnata da un numero ancora maggiore di costruzioni.

Verso le città galleggianti?

L'approccio più semplice però sarebbe quello di costruire e mantenere strutture di protezione dalle inondazioni come dighe, stazioni di pompaggio e paratoie. Altri strumenti utili sono i bacini di raccolta: grandi serbatoi interrati che rilasciano l'acqua piovana in modo controllato e lento.

L'esperto di drenaggio Martin Lambley nell'articolo della BBC sottolinea che i serbatoi tampone dovrebbero essere combinati con elementi naturali come stagni, bacini di raccolta e canali di scolo. «Le sfide che dobbiamo affrontare oggi sono drasticamente diverse rispetto a quando sono stati introdotti i sistemi di fognatura e drenaggio urbano», afferma. In altre parole, oggi le infrastrutture sono sottodimensionate per i loro compiti.

In definitiva, come spesso accade, più la situazione è precaria, più le soluzioni sono innovative. Le Nazioni Unite, ad esempio, nel 2019 hanno già organizzato una tavola rotonda per prendere in considerazione città galleggianti con strutture a pontoni.