Intervista Il Papa: «Maradona era un poeta, il doping annulla la dignità»

SDA

2.1.2021 - 09:58

L'affettuoso abbraccio tra Papa Francesco e Diego Armando Maradona nel 2014 in Vaticano
L'affettuoso abbraccio tra Papa Francesco e Diego Armando Maradona nel 2014 in Vaticano
Keystone

Il Papa ricorda Maradona, parla del doping, confida i suoi ricordi portiere di calcio quando era bambino. Lo fa in un'intervista alla «Gazzetta dello sport» che oggi è in edicola anche con un libro ("Lo sport secondo Francesco") con le parole di Bergoglio.

Maradona «in campo è stato un poeta, un grande campione che ha regalato gioia a milioni di persone, in Argentina come a Napoli. Era anche un uomo molto fragile», afferma il Pontefice.

Su Alex Zanardi: «Quando vedo di che cosa sono capaci certi atleti, che portano impressa nel loro fisico qualche disabilità, rimango sbalordito dalla forza della vita».

Il Papa torna poi a condannare il doping: «Non è soltanto un imbroglio, è una scorciatoia che annulla la dignità. Il talento è un dono ricevuto ma questo non basta: tu ci devi lavorare sopra. Allenarsi, allora, sarà prendersi cura del talento, cercare di farlo maturare al massimo delle sue possibilità».

I ricordi di quando era bambino

Infine Bergoglio confida i suoi ricordi di bambino e parla del «pallone di stracci, la 'pelota de trapo': il cuoio costava e noi eravamo poveri, la gomma non era ancora così abituale, ma a noi bastava una palla di stracci per divertirci e fare, quasi, dei miracoli giocando nella piazzetta vicino a casa. Da piccolo mi piaceva il calcio, ma non ero tra i più bravi, anzi ero quello che in Argentina chiamano un 'pata dura', letteralmente gamba dura. Per questo mi facevano sempre giocare in porta. Ma fare il portiere è stato per me una grande scuola di vita. Il portiere deve essere pronto a rispondere a pericoli che possono arrivare da ogni parte...».

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