Epidemia e ChiesaPapa: presto riprenderò viaggi, a cominciare dall'Iraq
SDA
8.2.2021 - 10:46
In questi tempi marcati dalla pandemia di Covid-19 «è mio desiderio riprendere a breve i viaggi apostolici, cominciando con quello in Iraq, previsto nel marzo prossimo».
Lo ha affermato oggi papa Francesco ricevendo in udienza, nell'Aula delle benedizioni, il Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede. «I viaggi costituiscono, infatti – ha spiegato -, un aspetto importante della sollecitudine del successore di Pietro per il popolo di Dio sparso in tutto il mondo, come pure del dialogo della Santa Sede con gli Stati». Inoltre, «essi sono spesso l'occasione propizia per approfondire, in spirito di condivisione e di dialogo, il rapporto tra religioni diverse».
Covid-19 mostra mondo malato
Il Covid-19 «ci ha messo in crisi, mostrandoci il volto di un mondo malato non solo a causa del virus, ma anche nell'ambiente, nei processi economici e politici, e più ancora nei rapporti umani. Ha messo in luce i rischi e le conseguenze di un modo di vivere dominato da egoismo e cultura dello scarto e ci ha posto davanti un'alternativa: continuare sulla strada finora percorsa o intraprendere un nuovo cammino».
Accesso equo a vaccini
La pandemia «ci ricorda il diritto alla cura», e «in questa prospettiva, rinnovo il mio appello affinché ad ogni persona umana siano offerte le cure e l'assistenza di cui abbisogna», ha affermato papa Francesco. «Non può essere infatti la logica del profitto a guidare un campo così delicato quale quello dell'assistenza sanitaria e della cura», ha detto.
«Esorto pertanto tutti gli Stati – ha aggiunto – a contribuire attivamente alle iniziative internazionali volte ad assicurare una distribuzione equa dei vaccini, non secondo criteri puramente economici, ma tenendo conto delle necessità di tutti, specialmente di quelle delle popolazioni più bisognose».
Comportamenti personali responsabili
Secondo il pontefice, comunque, «l'accessibilità dei vaccini deve essere sempre accompagnata da comportamenti personali responsabili tesi a impedire il diffondersi della malattia, attraverso le necessarie misure di prevenzione a cui ci siamo ormai abituati in questi mesi. Sarebbe fatale riporre la fiducia solo nel vaccino, quasi fosse una panacea che esime dal costante impegno del singolo per la salute propria e altrui».