Qatar 22 Parigi e altre sette città francesi boicottano i Mondiali

SDA

4.10.2022 - 07:24

Niente schermi giganti in piazza in molte città francesi in vista dei mondiali di calcio. Immagine d'archivio.
Niente schermi giganti in piazza in molte città francesi in vista dei mondiali di calcio. Immagine d'archivio.
Keystone

Parigi e altre 7 grandi città francesi boicotteranno a modo loro i mondiali di calcio di novembre e dicembre in Qatar.

Le città non installeranno infatti – come ormai tradizione – schermi giganti e fan zone nelle strade e nelle pubbliche piazze, in segno di protesta contro le violazioni dei diritti umani e delle regole ambientali.

«Da parte nostra – ha dichiarato l'assessore allo Sport della capitale, Pierre Rabadan – di creare zone di trasmissione delle partite non se ne parla. E per diversi motivi: il primo sono le condizioni in cui è stata organizzata questa Coppa del mondo, sia sotto l'aspetto ambientale che sociale; il secondo, è la tempistica, il fatto che si svolga nel mese di dicembre».

Per Rabadan, «questo modello di grandi eventi va contro quello che Parigi auspica di organizzare».

Lilla e Strasburgo apripiste

Marsiglia, Bordeaux, Nancy e Reims si sono unite oggi alla lista delle città francesi che rifiuteranno, per ragioni umanitarie ed ecologiche di promuovere gli incontri dei Mondiali di calcio in Qatar, seguendo l'esempio di Strasburgo e Lille.

Il sindaco socialista di Marsiglia, Benoit Payan, ha definito la competizione una «catastrofe umana e ambientale», mentre la sindaca di Lille, anche lei socialista, Martine Aubry, ha denunciato «un non senso rispetto ai diritti umani, all'ambiente e allo sport».

Fra i motivi del boicottaggio, il trattamento dei lavoratori immigrati e il numero di morti nei cantieri per la costruzione degli 8 stadi del Mondiale. Se il bilancio ufficiale parla di soli 3 morti, l'Organizzazione mondiale del lavoro ha registrato, in un rapporto, il decesso di 50 lavoratori in altrettanti incidenti sul lavoro nel 2020. Altri 500 sono rimasti feriti in modo grave.

Per il sindaco di Reims, Arnaud Robinet, «mentre i pubblici poteri chiedono di ridurre il consumo di energie, quegli impianti suscitano una legittima incomprensione per uno degli eventi più controversi della storia dello sport».