Processo ex CEO Raiffeisen Il conto spese di Vincenz? «Un Tour de Suisse nei locali a luci rosse»

pl, ats

26.1.2022 - 19:45

L'ex CEO di Raiffeisen Pierin Vincenz lascia la Volkshaus durante un'interruzione nel secondo giorno del processo Raiffeisen del tribunale distrettuale di Zurigo alla Volkshaus.
L'ex CEO di Raiffeisen Pierin Vincenz lascia la Volkshaus durante un'interruzione nel secondo giorno del processo Raiffeisen del tribunale distrettuale di Zurigo alla Volkshaus.
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Il conto spese dell'ex Ceo di Raiffeisen Pierin Vincenz fa pensare a un «Tour de Suisse nei locali a luci rosse». Iniziando oggi pomeriggio la sua requisitoria, il Ministero pubblico ha ribadito che quelle che Vincenz ha dichiarato come «cene di lavoro» erano invece spese private.

26.1.2022 - 19:45

Considerata la regolarità con cui il 65enne ha frequentato per anni questi locali in tutte le regioni della Svizzera, l'accusa ritiene che Vincenz li abbia cercati per un'inclinazione personale. Servivano a soddisfare i «suoi bisogni, il suo benessere e il suo relax», ha detto il procuratore.

Analogo discorso per i viaggi privati conteggiati come spese di lavoro. Il procuratore ha fatto notare che per un viaggio a Londra Vincenz ha annotato sulla sua agenda: «Vacanze, non prendere appuntamenti». Chiamarlo un «viaggio d'affari» e caricarlo sul conto di Raiffeisen è stato sfacciato e inammissibile, ha aggiunto.

Nell'atto d'accusa viene rimproverato a Vincenz di avere accollato a Raiffeisen 200'000 franchi di spese per le serate nei locali a luci rosse, 250'000 franchi per viaggi privati e 140'000 franchi di spese legali.

Ma sono altre le accuse più gravi

Il procuratore Marc Jean-Richard-dit-Bressel ha quindi affrontato le accuse più gravi, ossia le partecipazioni non dichiarate in società che avrebbero permesso a Vincenz di intascare 9 milioni di franchi e altri 16 milioni al suo collega in affari ed ex Ceo di Aduno Beat Stocker. Per queste transazioni, la pubblica accusa chiede di condannare entrambi a sei anni di prigione da scontare per le accuse di truffa per mestiere e appropriazione indebita.

Il procuratore ha spiegato che l'impianto accusatorio si basa su una sentenza del Tribunale federale (TF) relativa alle cosiddette retrocessioni. Queste ultime sono provvigioni che vengono ad esempio versate da una banca a un gestore patrimoniale che ha venduto ai suoi clienti prodotti d'investimento della banca.

Il TF ha stabilito che il gestore patrimoniale ha un dovere di diligenza per quei beni. È quindi obbligato a garantire che il cliente benefici di tutti i vantaggi che gli derivano dalle transazioni. Ed è in altre parole tenuto a versare le retrocessioni al cliente.

Per analogia, il procuratore ritiene che Vincenz e Stocker erano tenuti ad ottenere i risultati migliori dalle acquisizioni dei rispettivi datori di lavoro. I vantaggi da loro ottenuti corrispondono perciò al danno subito da Raiffeisen e Aduno.

Gli altri imputati hanno respinto le accuse

Prima della requisitoria, il Tribunale distrettuale di Zurigo – che per motivi di spazio è riunito nella sala concerti del Volkshaus – ha chiamato a deporre Beat Stocker ed altri tre coimputati. Tutti hanno respinto le accuse. Un quarto coimputato risultato positivo al Covid sarà ascoltato il 9 febbraio, mentre un altro è stato dispensato perché soffre di una malattia neurologica.

Oggi si è inoltre appreso che il processo durerà più del previsto: ai cinque giorni inizialmente previsti fra gennaio e febbraio, la corte ha aggiunto altre quattro udienze in marzo.

pl, ats