Ecco di cosa si tratta Un colpo di scena inaspettato ha permesso a Prevost di diventare Papa Leone XIV

Barman Nicolas

14.5.2025

I cardinali guardano da un balcone il nuovo Papa Leone XIV che si affaccia alla Loggia centrale della Basilica di San Pietro per salutare i fedeli che affollano Piazza San Pietro dopo la sua elezione in Vaticano.
I cardinali guardano da un balcone il nuovo Papa Leone XIV che si affaccia alla Loggia centrale della Basilica di San Pietro per salutare i fedeli che affollano Piazza San Pietro dopo la sua elezione in Vaticano.
IMAGO/ABACAPRESS

Un favorito che si ritira, un accordo strategico e un'elezione lampo. Secondo il «Corriere Della Sera», i retroscena del Conclave che ha portato all'elezione di Papa Leone XIV rivelano un sottile gioco di alleanze, rinunce e calcoli politici ben orchestrati.

Nicolas Barman

Hai fretta? blue News riassume per te

  • Il Conclave che ha eletto il successore di Papa Francesco è iniziato con due candidati in testa: Pietro Parolin e Robert Francis Prevost.
  • Entrambi i cardinali hanno ottenuto molti voti nei primi turni di voto, ma nessuno è riuscito a raggiungere la maggioranza necessaria.
  • Poi è arrivato il colpo di scena: Parolin si sarebbe ritirato volontariamente prima del quarto turno.
  • Questo gesto inaspettato avrebbe sbloccato la situazione e l'americano è stato eletto Papa Leone XIV.

Secondo i media italiani, il conclave è iniziato con due candidati in testa: Pietro Parolin, braccio destro di Papa Francesco e attuale segretario di Stato Vaticano, e Robert Francis Prevost, cardinale americano recentemente promosso da Bergoglio.

Al primo turno, i due uomini hanno ricevuto più di 44 voti ciascuno, un chiaro segno del loro peso nelle discussioni.

Il ruolo dei cardinali filippini e africani

Discreto ma influente, Parolin ha cristallizzato le speranze di una parte del Conclave in cerca di stabilità e continuità. Ma questo vantaggio non era sufficiente: per essere eletto, un candidato deve ricevere i due terzi dei voti, cioè 89 su 132 voti espressi.

Le successive tornate elettorali hanno confermato il dominio iniziale di Parolin, con un numero di voti compreso tra 45 e 55 a seconda delle fonti, mentre Prevost è avanzato lentamente, oscillando tra 34 e 44 voti.

Ma nessuno dei due è riuscito a forzare la soglia fatidica. Un pericolo era in agguato: la frammentazione del voto.

La rivalità tra i cardinali filippini Luis Antonio Tagle e Pablo Virgilio David ha indebolito il loro campo, mentre gli africani, pur rispettati, non sono riusciti a fare quadrato attorno a figure come Peter Turkson.

E poi il colpo di scena

È stato allora che si è verificata una svolta inaspettata: secondo diverse testimonianze non ufficiali, riportate da «Sky News» al «Corriere Della Sera», Parolin si sarebbe ritirato volontariamente prima del quarto turno.

Questo gesto, unito a un'indicazione implicita a favore di Prevost, ha sbloccato la situazione.

Un'operazione di rara finezza politica

L'elezione di Prevost non è stata semplicemente il risultato di un ritiro, ma quello di un'abile manovra, secondo alcuni cardinali citati a condizione di anonimato.

A differenza dei conclavi passati, segnati da prolungate impasse, quello del 2025 si è concluso con uno slancio collettivo, combinando strategia e obbedienza al patto di comunione.

E lungi dall'essere un perdente, Parolin ha guadagnato in influenza. Dimettendosi, si è affermato come figura centrale del nuovo pontificato, probabile «primo ministro» della Chiesa.

Il redattore ha scritto questo articolo con l'aiuto dell'IA.


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