L'enorme acquario Sea life di un hotel di Berlino non lontano da Alexanderplatz è esploso, provocando il ferimento di due persone.
«L'acqua fluisce per strada», ha twittato la polizia intervenuta sul posto con ampio dispiegamento di forze.
Le ragioni dell'esplosione non sono ancora chiare.
La Karl Liebknecht Strasse, strada su cui si trova l'albergo «DomAquarée», a pochi passi dal Duomo di Berlino, è stata chiusa al traffico.
Ecco come si presentava l'acquario prima dell'esplosione
La grande vasca, alta 16 metri, conteneva 1500 pesci tropicali ed era una grande attrazione turistica della capitale tedesca.
Esplode un acquario con 1500 pesci tropicali
L'enorme acquario Sea life di un hotel di Berlino non lontano da Alexanderplatz è esploso, provocando il ferimento di due persone.
«L'acqua fluisce per strada», ha twittato la polizia intervenuta sul posto con ampio dispiegamento di forze.
Le ragioni dell'esplosione non sono ancora chiare.
La Karl Liebknecht Strasse, strada su cui si trova l'albergo «DomAquarée», a pochi passi dal Duomo di Berlino, è stata chiusa al traffico.
Ecco come si presentava l'acquario prima dell'esplosione
La grande vasca, alta 16 metri, conteneva 1500 pesci tropicali ed era una grande attrazione turistica della capitale tedesca.
Nel dicembre dello scorso anno andò in frantumi l'Aquadom, un enorme acquario di un hotel di Berlino. Un rapporto pubblicato di recente indica come potrebbe essersi verificato l'incidente. A giocare un ruolo chiave sarebbe stato il cosiddetto «dente».
Hai fretta? blue News riassume per te
- Nel dicembre dello scorso anno è scoppiato l'acquario gigante del Radission Blue Hotel di Berlino.
- Una perizia indica ora quali potrebbero essere state le cause.
- Secondo il rapporto, si può escludere il sabotaggio con un proiettile o un martello.
- Un ruolo chiave nell'indagine ce l'avrebbe avuto un pezzo triangolare di vetro acrilico ancora incastrato nelle fondamenta di cemento, che il ricercatore chiama «dente».
Il 16 dicembre 2022 è scoppiato l'acquario del Radisson Blue Hotel di Berlino. Un milione di litri d'acqua si sono riversati nella hall della struttura e circa 1300 pesci sono morti nell'incidente.
Da allora ci sono state molte speculazioni sulla possibile causa della rottura del famoso Aquadom. Ma ora è arrivata la perizia dell'esperto di materie plastiche Christian Bonten a cercare di fare luce sull'accaduto. «Non mi è sfuggito nulla, ho spulciato i dati e ho trovato tutto quello che cercavo», ha commentato. Tuttavia, una chiara causa manca ancora.
Come riportato da «Der Spiegel», l'ingegnere è riuscito a confutare diverse teorie. Ad esempio ha escluso il sabotaggio con armi da fuoco, con un martello o un punteruolo. Anche i danni causati dai detergenti sono improbabili. L'esperto esclude anche un terremoto, un'inclinazione delle fondamenta in cemento o un danno causato dal freddo.
«Il dente è un pezzo importante»
Tuttavia, ha trovato un indizio. «Lo chiamo il 'dente'. Per me è un pezzo molto importante». Con questo termine Bonten intende un pezzo triangolare di vetro acrilico che era ancora incastrato nelle fondamenta di cemento. «L'intera struttura dell'acquaio si è inclinata su di esso», spiega l'esperto.
Al di sotto di questo «dente», i frammenti erano per lo più distribuiti in un'unica direzione. «Sono sicuro che c'è stato un impulso dall'altra parte del dente».
Questo impulso era una perdita d'acqua. Intorno al «dente» si era formata una crepa da cui è fuoriuscita l'acqua. Questo ha destabilizzato l'acquario, che è crollato. Secondo Bonten, però, non c'è una ragione chiara dietro all'impulso. Ma ipotizza che la causa potrebbe essere la ristrutturazione del 2019. La malta è stata rimossa e ne è stata versata della nuova. Secondo l'ingegnere, questo potrebbe aver causato una crepa nel materiale.
L'essiccazione del vetro ha favorito la formazione di crepe
Inoltre, durante il lavoro è stata tolta l'acqua, il che avrebbe potuto far seccare il vetro acrilico e favorire la formazione di crepe.
«Come professionista, dico di aver fatto il mio lavoro, ma naturalmente provo anche delle emozioni e vorrei aver trovato la causa», conclude Bonten.