A 3 anni e mezzo dalla morteRetrospettiva postuma di Markus Raetz al Kunstmuseum di Berna
zc, ats
6.9.2023 - 15:58
A tre anni e mezzo dalla sua morte, il Kunstmuseum di Berna dedica la prima ampia retrospettiva postuma al pittore e scultore bernese Markus Raetz. Vi espone le sue opere tridimensionali e sculture mobili in una mostra dal titolo «Markus Raetz. oui non si no yes no».
Keystone-SDA, zc, ats
06.09.2023, 15:58
06.09.2023, 16:08
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Con le sue opere delicate, poetiche e giocose, Raetz è stato uno dei più importanti rappresentanti dell'arte contemporanea elvetica, ha ricordato oggi il Kunstmuseum di Berna.
Raetz ha iniziato la sua carriera negli anni '60 con il disegno, mezzo che sarebbe rimasto alla base del suo processo di pensiero artistico. In un'intervista del 2007 aveva dichiarato: «In ogni caso, il disegno è quasi sempre il primo passo, anche per le sculture. Ciò che porta a queste ultime passa attraverso il disegno».
Negli anni '70, Raetz ha trovato un modo caratteristico di lavorare per tradurre i suoi elementi di disegno nello spazio. Nei taccuini e nelle prime installazioni la mostra riunisce numerosi motivi che possono essere riconosciuti negli oggetti tridimensionali di Raetz. Diventa così evidente non solo il ruolo centrale del disegno come deposito di idee, ma anche come strumento per immaginare lo spazio.
Tra i motivi ricorrenti del repertorio del disegno c'è la «figura lineare» Mimi. La scultura è composta da 14 pezzi di legno massiccio e a prima vista non è riconoscibile come una figura umana. È una forma dall'aspetto arcaico, ma anche vulnerabile.
Oui o Non
Il tema della metamorfosi ha determinato il lavoro tridimensionale di Raetz a partire dalla fine degli anni '80. Il motivo si trasforma in una forma completamente diversa durante la metamorfosi.
Questi oggetti sofisticati e umoristici sono spesso sculture su un piedistallo appositamente progettato. Sono concepiti per mostrare immagini diverse da ogni punto di vista e diventano pienamente visibili solo camminando intorno all'opera.
Ne è un ulteriore esempio l'opera «Hasenspiegel» (1988/2000), costituita da un sottile filo di rame, uno specchio e posata su un pezzo di legno. L'opera mostra una lepre davanti a uno specchio, ma quando le si gira intorno, si trasforma in un uomo con un cappello e anche il suo riflesso cambia.
Non si tratta di un uomo qualsiasi, ma dell'artista tedesco Joseph Beuys. Raetz allude alla sua azione artistica «Wie man dem toten Hasen die Bilder erklärt» ("Come spiegare i quadri alla lepre morta") del 1965.
Una caratteristica particolare degli oggetti metamorfici sono le sculture di parole, ognuna delle quali combina due significati opposti. Le famose sculture OUINON hanno dato il titolo alla mostra.
Sculture mobili
A partire dalla metà degli anni '90, l'artista mette in movimento i suoi oggetti. Al contempo, Raetz inizia un gruppo di raffinate sculture mobili che avranno un'influenza decisiva sul suo ultimo lavoro. Dove una bottiglia era appena visibile, nell'attimo successivo appare un bicchiere.
Nella sua retrospettiva, il Kunstmuseum di Berna presenta per la prima volta un'installazione spaziale progettata ma mai realizzata da Raetz, che negli schizzi aveva chiamato «Wolke» (2020). La mostra è in programma da venerdì e fino al 25 febbraio 2024.