Nuove relazioni socialiIl robot aspirapolvere è ormai un amico
hm, ats
22.11.2021 - 14:00
Il robot aspirapolvere sta diventando una sorta di nuovo animale da compagnia, nonché a volte un amico e un membro a pieno titolo della famiglia. Lo sottolinea il Tages-Anzeiger, che in un ampio contributo fa oggi il punto sul tema.
Keystone-SDA, hm, ats
22.11.2021, 14:00
22.11.2021, 14:08
SDA
Naturalmente un tale apparecchio appartiene innanzitutto alla categoria delle cose di cui non si ha realmente bisogno, ammettono i giornalisti della testata zurighese. Ma una volta provato non si vuole a quanto sembra più farne a meno. Una macchina che si occupa da sola dei fastidiosi lavori domestici può infatti apparire molto pratica.
I dispositivi rotondi ronzano sul parquet e ingoiano polvere, briciole e qualsiasi altra cosa sia caduta. Ma il rapporto tra proprietari e robot non rimane una semplice relazione di servizio: Youtube è piena di video di cani, gatti e bambini che, in una sorta di giocosa sintesi con la macchina, vengono portati in giro su robot aspirapolvere.
Non stupisce quindi che agli apparecchi venga dato un nome: succede al 90% dei proprietari, stando a quanto indicato al Tages-Anzeiger dalla società statunitense iRobot, che ha innescato il boom delle vendite 20 anni or sono. Su appositi portali internet si trovano anche lunghe liste di possibili nomi.
Un legame completamente nuovo tra l'uomo e la macchina?
Si sta quindi forgiando un legame completamente nuovo tra l'uomo e la macchina? Già nel 2007 è stato pubblicato uno studio che suggerisce che le persone possono sviluppare relazioni molto strette, quasi intime, con i robot aspirapolvere.
Non solo danno loro un nome, ma per esempio in caso di un malfunzionamenti molti proprietari non vogliono assolutamente un dispositivo sostitutivo: desiderano che torni indietro l'apparecchio originale. «È quasi come se volessero un medico», commenta Il Ceo di iRobot Colin Angle. Alcuni clienti considerano addirittura il loro robot un membro della famiglia, aggiunge il manager.
Il tema ha anche acquisito un'enorme importanza nell'ultimo anno e mezzo, quando durante la pandemia è diventato improvvisamente tutt'altro che scontato avere altre persone intorno a sé. Quello della solitudine era comunque un problema crescente nelle società benestanti anche prima del Covid-19: e la soluzione cercata è spesso tecnologica.
Gli assistenti vocali come Alexa di Amazon sono popolari in tutte le generazioni, anche tra gli anziani e le persone sole. Nello stato americano di New York animali da compagnia meccanici sono stati distribuiti a singoli cittadini anziani durante la crisi del coronavirus e in Giappone sono stati persino messi sul mercato dei robot simili a esseri umani con i quali le persone reali possono avere relazioni amorose.
Gli assistenti domestici possono ridurre la sensazione di isolamento delle persone sole
Studi scientifici hanno fornito peraltro la prova che gli assistenti domestici possono ridurre la sensazione di isolamento delle persone sole. Ma non solo: gli individui interpellati nell'ambito di un test sono stati effettivamente in grado di assegnare correttamente diversi tipi di personalità – felice, assonnato, scontroso – a robot aspirapolvere, che i ricercatori avevano precedentemente assegnato agli apparecchi basandosi solo sulla programmazione dei loro movimenti.
Per un biologo tutto questo è in ultima analisi logico: il cervello umano si è infatti sviluppato in un'epoca in cui tutto ciò che si muoveva da solo era anche vivo. In quest'ottica è umano assegnare un nome al robot aspirapolvere ronzante o dargli una pacca affettuosa quando ha passato bene l'aspirapolvere. Inoltre un tale robot è comunque più facile da accudire di un compagno vivente: non vi sono discussioni.
Non è nemmeno necessario portarlo a fare un passeggiata, come succederebbe con un cane. Forse però una vera amicizia dovrebbe essere meno unilaterale, concludono i cronisti del Tages-Anzeiger.